Vittoria! La più grande rimozione di dighe della storia salva il salmone (e le terre ancestrali degli indigeni)

In collaborazione con le nazioni tribali, la demolizione di quattro dighe idroelettriche consentirà ai salmoni selvatici del Pacifico di risalire il fiume e deporre nuovamente le uova. come non facevano da un secolo

Rawé·ki ča·k’ú t’árak, “che la terra possa essere restituita”

Il progetto idroelettrico Klamath in California aveva bloccato il passaggio dei pesci e alterato i flussi dei fiumi per oltre un secolo, adesso dopo 20 anni di battaglie legali arriva la vittoria per la tribù Yurok, la Nazione indiana Shasta e la Klamath River Rinnovamento Corporation: è in corso lo smantellamento delle dighe che riporterà il fiume al suo stato naturale.

Una volta completata sarà la più grande rimozione di dighe della storia e consentirà ai salmoni selvatici del Pacifico di risalire il fiume e deporre nuovamente le uova come non facevano da 100 anni. Già da questa settimana, la Klamath River Renewal Corporation ha iniziato lo smantellamento. Il progetto idroelettrico impediva il passaggio dei pesci e alterava il flusso del fiume in un luogo sacro alla nazione indiana Shasta. Vediamo cos’era successo.

A Kikacéki, luogo sacro alla nazione indiana Shasta, c’è un’area comunemente conosciuta come Ward’s Canyon dove il fiume non ha flussi costanti da quasi un secolo. Nel 1925 era stata completata la costruzione della diga Copco n.2 che deviava il fiume in un tunnel che percorreva quasi 2 miglia a valle fino a una centrale elettrica, prosciugando lo storico tratto del canyon del fiume.

In assenza di flussi fluviali sostenuti, si era creata una fitta macchia di alberi nel letto del fiume. La Yurok Tribe Construction Corporation e il Yurok Fisheries Department, in coordinamento con KRRC, Shasta Indian Nation e Heli-Dunn, stanno adesso eliminando gli ontani e i pioppi dal corridoio del fiume, lasciando intatta tutta la vegetazione della pianura alluvionale. Gli alberi saranno poi ripristinati una volta demolita la diga e quando ci sarà un altro evento straordinario, ovvero il ritorno dei salmoni.

«Mi riempie il cuore sapere che il salmone migrerà attraverso questo tratto del fiume nel tentativo di deporre le uova nel bacino superiore”, spiega Frankie Myers, vicepresidente della comunità Yurok. “Nell’ultimo secolo, abbiamo visto le dighe soffocare le forme di vita nel fiume e ciò ha avuto un impatto negativo su ogni membro della nostra tribù».

Situato all’interno della tradizionale patria della nazione indiana Shasta, Kikacéki collega villaggi tradizionali, importanti luoghi cerimoniali e il centro spirituale del mondo della tribù. Studi archeologici mostrano che l’area è stata abitata per migliaia di anni, fino all’inizio della costruzione delle dighe Copco. Durante la costruzione delle dighe, anche gli Shasta che vivevano lì si sono visti espropriare le loro terre.

«La mia famiglia è di Kikacéki. Mi sento in pace ogni volta che vengo quassù. Come indiano Shasta, so che sono a casa. Voglio che gli altri capiscano e apprezzino perché questa terra e questo fiume sono così importanti per noi», dice Mike Olson, consigliere della nazione indiana Shasta.

Il progetto di rimozione della diga di Klamath è stato avviato nel giugno 2023, dopo l’autorizzazione della Federal Energy Regulatory Commission (FERC) e i lavori saranno completati in un paio di anni. Si dirà dunque addio alle dighe Iron Gate, JC Boyle e Copco No. 1 per dare vita a quello che è definito come il più grande progetto di ripristino del salmone della storia.

Prima della costruzione delle dighe, nel Klamath c’erano un milione di salmoni, trote, storioni e molte altre specie ittiche autoctone. Il declino delle popolazioni di salmone del Klamath, un tempo prolifiche, è attribuito a diversi fattori, ma le dighe di Klamath rappresentano di gran lunga il principale ostacolo alla produzione ittica.

Dopo la rimozione delle dighe, gli esperti della pesca si aspettano che il numero dei pesci aumenti gradualmente in risposta al rinnovato accesso alle zone di riproduzione storiche, alla riduzione dell’esposizione alle malattie e al miglioramento della salute dell’ecosistema.

«Per me è importante che i miei figli e le generazioni future abbiano un fiume Klamath che scorre liberamente per preservare la nostra cultura e le nostre tradizioni”, afferma Candice Difuntorum, vicepresidente della nazione indiana Shasta. “Abbiamo un detto in Shasta: rawé·ki ča·k’ú t’árak. Significa “che la terra possa essere restituita”. Per il benessere della terra e della nostra gente, attendiamo con ansia il giorno in cui Kikacéki verrà ripristinata»

Fonte: Klamath River Renewal Corporation

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