Premio Nobel per la medicina 2023: assegnato a Katalin Karikó e Drew Weissman per il loro contributo allo sviluppo dei vaccini anti-Covid

Gli scienziati Katalin Karikó e Drew Weissman si sono aggiudicati il prestigioso Premio Nobel per la Medicina 2023 per le imporanti scoperte che hanno portato allo sviluppo dei vaccini anti-Covid

Il Nobel per la Medicina e la Fisiologia 2023 è stato appena assegnato alla biochimica Katalin Karikó, originaria dell’Ungheria e allo scienziato statunitense Drew Weissman. La loro preziosa ricerca, riguardante le modifiche delle basi nucleosidiche, si sono rivelate fondamentali per la formulazione dei vaccini a mRna messaggero impiegati durante l’emergenza Covid, esplosa nel 2020.

Le scoperte dei due premi Nobel sono state fondamentali per lo sviluppo di vaccini a mRNA efficaci contro il Covid-19 durante la pandemia iniziata all’inizio del 2020. – ha dichiarato il Comitato per il Nobel – Grazie alle loro scoperte rivoluzionarie, che hanno cambiato radicalmente la nostra comprensione del modo in cui l’mRNA interagisce con il nostro sistema immunitario, i due premiati hanno contribuito al ritmo senza precedenti di sviluppo di vaccini durante una delle più grandi minacce alla salute umana nei tempi moderni.

Nelle cellule umane le informazioni genetiche codificate nel DNA vengono trasferite all’RNA messaggero (mRNA), che viene utilizzato come modello per la produzione di proteine. Durante gli anni ’80 furono introdotti metodi efficienti per produrre mRNA senza coltura cellulare, chiamati “trascrizione in vitro”. Questo passo decisivo ha accelerato lo sviluppo delle applicazioni della biologia molecolare in diversi campi. Anche l’idea di utilizzare le tecnologie dell’mRNA per i vaccini e terapeutici ha preso piede, ma gli ostacoli non mancavano, dato che l’mRNA trascritto in vitro era considerato instabile e difficile da fornire, in quanto richiedeva lo sviluppo di sofisticati sistemi lipidici trasportatori per incapsularlo. Inoltre, l’mRNA prodotto in vitro provocava reazioni infiammatorie.

Tali limiti non hanno, tuttavia, scoraggiarono la biochimica ungherese Katalin Karikó, che ha deciso di dedicarsi allo studio di metodi finalizzati all’uso di mRNA a scopo terapeutico. All’inizio degli anni ’90, quando era ancora assistente all’Università della Pennsylvania, non gettò la spugna neanche di fronte alle difficoltà incontrate nel convincere i finanziatori della ricerca dell’importanza del suo progetto. A supportarla fu il nuovo collega americano, l’ummunologo Drew Weissman, il cui interesse era rivolto alle cellule dendritiche, che svolgono importanti funzioni nella sorveglianza immunitaria e nell’attivazione delle risposte immunitarie indotte dai vaccini. Fra i due iniziò presto iniziò una fruttuosa collaborazione che portò a scoperte preziose.

Chi sono i due vincitori del Premio Nobel per la Medicina 2023

Katalin Karikó è nata nel 1955 a Szolnok, Ungheria. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di Szeged nel 1982 e ha svolto ricerca post-dottorato presso l’Accademia ungherese delle scienze di Szeged fino al 1985. Successivamente ha condotto ricerche post-dottorato presso la Temple University, Filadelfia, e l’Università di Scienze della Salute, Bethesda. Nel 1989 è stata nominata assistente peresso l’Università della Pennsylvania, dove è rimasta fino al 2013 per poi diventare vicepresidente senior presso BioNTech RNA Pharmaceuticals. Dal 2021 è docente presso l’Università di Szeged e professoressa a contratto presso la Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania.

Drew Weissman è nato nel 1959 a Lexington, Massachusetts, Stati Uniti. Ha conseguito la laurea in medicina e il dottorato di ricerca presso l’Università di Boston nel 1987. Ha svolto la sua formazione clinica presso il Beth Israel Deaconess Medical Center della Harvard Medical School e ricerca post-dottorato presso il National Institutes of Health. Nel 1997 Weissman ha fondato il suo gruppo di ricerca presso la Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania. Attualmente è direttore del Penn Institute for RNA Innovations.

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Fonte: Nobel Prize 

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