Santuario Cuori Liberi, atto finale: sono stati uccisi i maiali contagiati da peste suina e quelli ancora sani

All'alba, polizia e Asl hanno fatto irruzione al Rifugio Cuori Liberi di Sairano per abbattere tutti i maiali, quelli contagiati da peste suina e quelli ancora sani. Gli attivisti, barricati nel rifugio da venerdì scorso, si sono opposti con tutte le loro forze al tentativo di sgombero per impedire l'uccisione dei maiali suini ospiti del santuario

Questa mattina all’alba al Santuario Cuori Liberi di Sairano, in provincia di Pavia, decine di agenti della Polizia hanno fatto irruzione per abbattere tutti i maiali presenti, una decina, che fossero affetti da peste suina africana o ancora sani.

Gli attivisti, barricati nel rifugio ormai da venerdì scorso, si sono opposti per impedire l’uccisione dei suini ospiti del rifugio, salvati dai mattatoi e sottratti definitivamente alla produzione alimentare. Gli attivisti si sono frapposti fisicamente tra le forze dell’ordine e l’area dove erano tenuti i maiali, incatenandosi ai cancelli e resistendo ai tentativi di sgombero prima che il cancello del rifugio fosse sfondato dalla polizia.

Poi sono stati trascinati via a forza fuori dalla struttura e alcuni fatti salire sulle camionette della celere. Subito dopo alcuni veterinari incaricati dell’Azienda sanitaria locale, scortati dalla polizia, sono entrati per uccidere i maiali.

Dopo 14 giorni di presidio permanente, coordinato dalla Rete dei santuari di animali liberi, che aveva visto la partecipazione di centinaia di attivisti provenienti da tutta Italia, i maiali sopravvissuti sono stati uccisi.

Avevamo dichiarato che avremmo fatto tutto il possibile per impedire questo inutile massacro, abbiamo resistito il più possibile anche se sapevamo di essere in minoranza, ha dichiarato uno degli attivisti accorsi al rifugio questa mattina. Già da ieri i controlli delle volanti e dei droni della polizia si erano intensificati lasciandoci supporre uno sgombero imminente. Ci siamo quindi organizzati richiamando quanta più gente possibile sia come testimoni, sia per cercare di impedire ai veterinari di entrare.

Rete dei Santuari di Animali Liberi

©Rete dei Santuari di Animali Liberi

Lo consideriamo un nostro preciso dovere e un atto dovuto verso degli animali che sono stati sottratti allo sfruttamento per vivere liberi e in salute e perché non possiamo permettere che questo avvenga un domani in altri rifugi, il cui status protegge e tutela gli animali ospiti. Purtroppo non sempre ciò che è considerato legale e ciò che è giusto coincidono. La storia ce lo insegna con tante altre lotte che in passato erano considerate fuorilegge, e per questo punite, e che oggi sono ritenute sacrosante e normali, come le lotte dei popoli afroamericani o per i diritti delle donne. Un giorno anche la nostra lotta sarà ritenuta normale e giusta.

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Fonte: Rete dei Santuari di Animali Liberi

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