Hanno un naso lunghissimo, la faccia rossa e uno sguardo feroce. Sono le creature demoniache più arroganti e altezzose del folklore giapponese
Si chiamano Tengu, sono uomini-uccello dal lungo naso le cui origini si perdono nella notte dei tempi. C’è chi ritiene derivino da Tiangou, demone cinese a forma di cane, e chi invece li fa discendere dalla creatura mitologica indù nota come Garuda. A volte sono considerati kami, divinità shintoiste, a volte yōkai, semplici creature soprannaturali.
Ne esistono diverse categorie tra cui i Daitengu, particolarmente intelligenti, e i Kotengu, i più deboli. In generale sono raffigurati con la pelle rossa, grandi ali da uccello e un naso particolarmente lungo, simbolo del loro atteggiamento altezzoso e arrogante. Non a caso quando qualcuno si monta la testa per un’impennata di popolarità, la gente in Giappone lo paragona a un tengu.
Hanno un re chiamato Sōjōbo, è un anziano dalla lunga barba e dai capelli bianchi, la cui forza è impareggiabile. Vivono nelle zone montuose e si divertono a ordire scherzi di cattivo gusto ai danni delle persone o a rapirle, anche se raramente fanno loro del male.
In origine erano considerati creature malvagie senza accenni di bontà, oggigiorno invece gli si attribuiscono anche qualità positive, considerati spiriti guardiani dei monaci sulle montagne, vendicativi solo con chi invade il loro territorio o la foresta che proteggono.
A queste strane creature è dedicato anche il “Festival Shimokitazawa Tengu”, che si tiene ogni anno a Tokyo tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. I partecipanti sfilano per le strade indossando maschere da tengu e durante il corteo vengono lanciati semi di fagioli per allontanarli, urlando “Demoni andate via!”.
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