Zero termico: cos’è e perché preoccupa il nuovo record italiano a 5328 metri

I ghiacciai alpini stanno soffrendo terribilmente. Tutte le quote sono ormai sopra lo zero termico: nelle scorse ore è stato battuto il record italiano a quota 5.328 metri. Cosa significa? E perché questa notizia è tutt'altro che rassicurante?

La situazione sulle Alpi è sempre più critica. Complici dell’agonia dei ghiacciai le temperature elevate degli ultimi giorni, schizzate per via dell’anticiclone africano che sta investendo la nostra penisola. Le ondate di calore, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici, stanno trasformando il volto delle nostre iconiche montagne e facendo sparire i ghiacciai. A mettere in allarme gli esperti è il dato relativo al cosiddetto “zero termico”. 

Nella notte fra il 20 e il 21 agosto a Payerne, in Svizzera, è stato registrato lo zero termico a 5.298 metri, il valore più alto dal 1954. Sempre durante la stessa nottata è stato superato il record italiano (di cui non possiamo andare affatto fieri): alla stazione di radiosondaggio di Novara Cameri – in provincia di Novara – lo zero termico ha raggiunto quota 5.328 metri, un valore senza precedenti per il nostro Paese. In questo periodo dell’anno sulle Alpi dovrebbe essere a 3500 metri, invece abbiamo una quota di 1800 metri superiore.

Preoccupanti le temperature registrate in montagna, persino ad alta quota: nelle scorse ore a 2100 metri i termometri hanno segnato 23°C di massima. La salute dei nostri ghiacciai alpini è sempre più precaria. Sabato 19 agosto la stazione di Punta Penia (Canazei) ha segnato ben 13,3°C a quota 3343 metri, il dato più elevato nell’ultimo decennio.

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Cosa si intende per zero termico

È un periodo particolarmente buio per gli ecosistemi alpini. Nessuno dei ghiacciai della catena montuosa più importante d’Europa è al sicuro dagli effetti nefasti del riscaldamento globale. Come confermato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), tutti i ghiacciai delle Alpi – a tutte le quote – sono ormai sopra lo zero.

Ma come mai questo dato desta così tanta preoccupazione? A cosa si riferisce esattamente? Con questa espressione si indica l’altitudine al di sopra della quale la temperatura dell’aria, nella libera atmosfera, rimane sempre minore di zero. Fa riferimento, infatti, ad una quota espressa in metri e non una temperatura. Lo zero termico si ricava dal profilo termico dell’atmosfera misurato grazie a radiosonde.

Questo parametro è di fondamentale importanza per la glaciologia e per valutare lo stato di salute delle vette alpine. Se lo zero termico continua ad attestarsi a lungo questi livelli record, è evidente che i ghiacciai alpini non potranno resistere a lungo, si scioglieranno (per essere più precisi “si fonderanno”) a ritmi sempre più veloci.. Le ondate di calore estremo degli ultimi tempi stanno infliggendo loro il colpo di grazia.

Per portare un esempio concreto nel giro di un secolo il Monte Canin, una delle cime più maestose delle Alpi Giulie, ha perso complessivamente l’84% dell’area ricoperta dai ghiacciai e il 96% del loro volume, come rivelato dal monitoraggio effettuato da Legambiente nell’ambito della campagna Carovana dei ghiacciai.

Dallo zero termico dipende, inoltre, la quota neve, o limite della nevicata, ovvero la quota al di sopra della quale più del 90% della precipitazione cade sottoforma di neve.

zero termico

@ARPA Piemonte

Anche se i due parametri sono strettamente connessi, ciò non significa che coincidano perfettamente. Ad esempio la neve può cadere a circa 300 m sotto lo zero termico; invece in presenza di temporali può scendere anche 800 m sotto la quota di 0°C.

La regola generale che mette in relazione il limite della nevicata con lo zero termico e l’intensità della precipitazione non è direttamente applicabile nel caso in cui, prima della nevicata, in una vallata si verifichi di inversione termica o un’isotermia.

Inoltre, lo zero termico è particolarmente cruciale per poter determinare il pericolo di valanghe. Più è alto il valore, maggiore è il rischio formazione di slavine.

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Fonti: ARPA Piemonte/Ansa/Centro Meteo Piemonte

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