C'è ancora molto da fare per arrivare all'ambizioso traguardo delle emissioni zero (entro il 2030) delle grandi navi di rivenditori e vettori marittimi. Lo rivela l'ultima indagine di Ship It Zero
Ship It Zero, una coalizione ambientalista che “spinge” su rivenditori e vettori marittimi affinché si impegnino seriamente verso l’obiettivo di emissioni zero entro il 2030, ha rilasciato una nuova valutazione dettagliata e aggiornata (una sorta di pagella) delle principali aziende in relazione al loro impegno per ridurre le emissioni legate ai trasporti via mare.
L’analisi mette in evidenza la scarsa attenzione delle aziende verso la decarbonizzazione delle flotte e l’adozione di carburanti a emissioni zero per la navigazione marittima. In parole povere, l’industria delle spedizioni via mare non sta facendo la sua parte per affrontare la crisi climatica.
Tra i principali rivenditori, alcuni hanno guadagnato voti negativi per le loro scarse iniziative e impegno verso la sostenibilità ambientale.
Tra i più deludenti, con voto F, vi sono:
- Samsung
- H&M
- Nike
- Adidas
- Walmart
A sorpresa, IKEA ha ottenuto un voto positivo (B+), dimostrando un migliore impegno verso la decarbonizzazione. Al secondo posto c’è Amazon che però è comunque “bocciato” in quanto ottiene solo una D.
Nelle seguenti infografiche potete vedere i punteggi di tutte le aziende prese in esame:
Anche per quanto riguarda le linee di trasporto marittimo, i risultati non sono stati molto più incoraggianti. Mediterranean Shipping Company, Ocean Network Express e Hyundai Merchant Marine hanno ottenuto voti mediocri (C), mentre APM-Maersk ha ricevuto una valutazione più positiva (B). Le compagnie CMA CGM e Cosco Shipping hanno ottenuto una valutazione negativa (D), mentre Hapag-Lloyd, Evergreen, e Yang Ming hanno ottenuto valutazioni insufficienti (F).
È preoccupante notare che molti vettori continuano a fare affidamento su alternative come il gas naturale liquefatto (GNL) e scrubber, che non rappresentano soluzioni efficaci per la riduzione delle emissioni di gas serra.
Il rapporto sottolinea che gli obiettivi stabiliti dall’Organizzazione marittima internazionale per la riduzione delle emissioni non sono sufficienti per affrontare l’emergenza climatica. Anche se sono stati fissati obiettivi di riduzione del 30% entro il 2030 e dell’80% entro il 2040, questi non sono abbastanza ambiziosi per mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5 gradi Celsius, come richiesto dall’Accordo di Parigi.
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Fonte: Stand Earth
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