Cambiamenti improvvisi e drammatici ci costringono a ricalibrare la nostra esistenza: ecco tre domande per imparare ad accettarli e migliorare la nostra esistenza
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La vita ci pone talvolta di fronte a improvvisi cambiamenti, provocati da eventi che non avevamo previsto: la fine di una relazione, la scoperta di una grave malattia, un incidente, la morte improvvisa di una persona cara.
Questi cambiamenti, tanto drastici quanto devastanti, sono indipendenti dalla nostra volontà e per questo generano sentimenti di incertezza, frustrazione, paura.
Deviano bruscamente la traiettoria che avevamo dato alla nostra esistenza e ci costringono a ricalibrare i nostri piani o addirittura a inventarne di nuovi.
Immaginate di aver sempre sognato di diventare pianisti o calciatori, e di aver dedicato ogni singolo giorno della vostra infanzia e della vostra adolescenza alla pratica o all’allenamento.
Un danno irreversibile alla mano o un infortunio dalle conseguenze incancellabili distruggono il vostro sogno, il vostro obiettivo, la vostra ragione di vita, e vi costringono a reinventare un’esistenza prima che una carriera.
Cosa fare ora? Come rimettersi in piedi e ricominciare, dopo che ciò per cui avevamo investito tempo, impegno e risorse è svanito nel nulla?
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Il cambiamento come opportunità
Anziché pensare a ciò che abbiamo perso, a quello che sarebbe potuto accadere nella nostra vita e a cui stiamo rinunciando, dovremmo riuscire a trarre vantaggio dal cambiamento.
Trattandosi di un cambiamento che non abbiamo scelto, e che anzi ci arreca dolore e sofferenza, è naturale sentirsi limitati, privi di quelle opportunità che pensavamo ci spettassero di diritto.
Tornando al nostro esempio musicale, non poter più suonare per un pianista significa non avere più una carriera, aver studiato anni per nulla, non avere più la possibilità di esprimere il proprio talento artistico. In altre parole, essere dei falliti.
E se invece trasformassimo questo cambiamento in un’opportunità di crescita per la nostra esistenza, e riuscissimo a trarre un utile da quello che consideravamo una disfatta?
Quando qualcosa di inaspettato capita nella nostra vita, esso può anche rivelarsi fonte di ispirazione per nuovi cambiamenti dentro di noi, necessari per adattarci alla nuova condizione.
Guardandoci indietro, potremmo scoprire che il cambiamento, anziché limitarci, ci ha dato la possibilità per “espanderci” e crescere come individui e di trasformare il nostro modo di pensare, le nostre abitudini, la nostra esistenza – se solo permettiamo che ciò accada.
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Tre domande per dare avvio al cambiamento dentro di noi
In che modo il cambiamento potrebbe migliorare ciò di cui sei capace?
La nostra mente vive nella errata convinzione che non cambieremo mai, pur avendo esperienza dei profondi cambiamenti che sono già avvenuti nella nostra vita (anche in assenza di eventi drastici).
I cambiamenti che abbiamo vissuto, le esperienze che abbiamo fatto, le persone che abbiamo conosciuto ci hanno portato a essere quelli che siamo oggi e hanno arricchito la nostra vita di sentimenti e competenze, migliorandoci come individui.
Il cambiamento che ci troviamo a fronteggiare ora non è diverso: anche da questo, per quanto drammatico possa essere, possiamo trarre un insegnamento, migliorare come persone o migliorare le nostre abilità.
Uno sportivo la cui carriera è stata bruciata da un infortunio può diventare un allenatore e ispirare bambini e adolescenti con la sua esperienza, oppure un fisioterapista e aiutare chi si trova nella stessa condizione in cui si è trovato lui.
In questo modo trasformerà il dolore e la frustrazione per ciò che ha perso in un’opportunità di miglioramento personale, a vantaggio di altre persone.
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In che modo il cambiamento potrebbe modificare le tue priorità?
Ogni fase della vita ha le sue priorità: quando siamo giovani, lo studio e la formazione hanno tutta la nostra attenzione, mentre quando diventiamo adulti diamo maggiore importanza alle relazioni sociali e alla carriera.
Un cambiamento improvviso e imprevisto potrebbe rimettere in discussione le nostre priorità e privare di importanza ciò che un tempo rappresentava il fulcro della nostra vita.
Un importante uomo d’affari potrebbe perdere interesse nella propria brillante carriera se scopre di avere un tumore allo stadio terminale, e scegliere di trascorrere il tempo che gli resta con la famiglia e gli affetti più cari.
Il cambiamento ci apre gli occhi e ci dimostra quali sono le cose più importanti della nostra vita, quelle a cui dare valore e attenzione. Questo potrebbe tradursi anche in una esistenza vissuta con maggiore pienezza e intensità – il che non è un male.
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In che modo il cambiamento potrebbe rimodellare il modo in cui ti definisci?
Siamo abituarci a definire noi stessi attraverso ciò che facciamo, il nostro mestiere o il nostro status sociale. Siamo insegnanti, avvocati o medici anche fuori dall’ambiente di lavoro; ci indentifichiamo come genitori o partner anche al di fuori del nucleo familiare.
Perdere una di queste condizioni equivale a perdere la nostra identità, o almeno parte di essa. Se perdiamo il lavoro, come definiremo noi stessi? Come riusciremo a superare la morte di un figlio, se ci identificavamo solo nel ruolo di madri?
In un momento di grande cambiamento, dobbiamo imparare a separare ciò che siamo dal modo in cui ci definiamo, comprendendo che a definirci non sono le nostre azioni, ma piuttosto il motore dietro queste.
Non avere più la possibilità di suonare il pianoforte ci impedirà di definirci “pianisti”, ma non ci impedirà di amare la musica, condividere con gli altri la nostra passione, esprimerci come artisti.
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