Torna sulle nostre tavole, dopo circa 2000 anni, l'olio extravergine di oliva di Pompei, un vero e proprio viaggio nel tempo attraverso i sapori dell'antica città campana distrutta dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C
Forse non lo sapete, ma nell’antica Pompei si produceva olio di oliva, un alimento che fa parte della nostra storia ma anche della nostra quotidianità.
Ora quell’antico olio è “risorto” dopo circa duemila anni. Questo straordinario ritorno è frutto dell’impegno di Coldiretti e Unaprol, in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei, e si basa sul recupero e la valorizzazione degli antichi uliveti che spaziavano tra le rovine della città antica e che hanno permesso di coltivare una rigogliosa nuova produzione.
Oltre 350 alberi di diverse epoche sono stati riportati alla vita produttiva e grazie alla raccolta delle olive è nato un extravergine unico chiamato “Pumpaiia“, in onore dell’antico nome della città.
Come hanno ricordato Coldiretti e Unaprol:
La civiltà romana fu quella che più d’ogni altra contribuì alla diffusione dell’olivo e al perfezionamento delle relative tecniche di coltivazione e di estrazione. L’olio divenne una delle principali ricchezze dei Romani che conoscevano talmente bene il prodotto da mettere a punto tecniche e strumenti rimasti quasi invariati fino al XIX secolo e, per primi, classificarono gli oli in base alle loro caratteristiche organolettiche.
Il lancio del nuovo (ma antico) olio è stato fatto nel contesto della presentazione del logo ufficiale per la candidatura della “Cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Umanità”, un’ambiziosa iniziativa promossa al Parco Archeologico di Pompei e presenziata dai ministri dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare e della Cultura.
L’olio extravergine di oliva, fiore all’occhiello dell’antica Pompei, si rivela così non solo un elemento culinario di straordinario valore, ma anche un tassello fondamentale per promuovere e sostenere la candidatura della cucina italiana a patrimonio Unesco.
Il ritorno dell’olio di oliva di Pompei è stato celebrato con un sontuoso assaggio nel suggestivo scenario del Porticato della Palestra Grande. Un’opportunità unica per gustare l’essenza di quello che fu il primo olio degli antichi Romani.
L’Italia attuale conserva con orgoglio questa eredità culinaria millenaria, è infatti la regina dei riconoscimenti di qualità in Europa. Con ben 42 Dop e 7 Igp olivicole, il nostro Paese detiene il 40% delle certificazioni comunitarie.
Oggi più che mai, tra l’altro, è importante prenderci cura del patrimonio dei nostri ulivi. Ben venga dunque un illustre recupero come quello di Pompei.
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Fonte: Coldiretti
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