Dopo quasi un decennio, sono state finalmente avviate le delicate operazioni di messa in sicurezza della nave petroliera rimasta bloccata al largo delle coste dello Yemen. Ma i rischi di uno sversamento di greggio o di un’esplosione pendono come una spada di Damocle
Dal 2015, nel bel mezzo del Mar Rosso, si trova una petroliera abbandonata, carica di 1.1 milioni di barili di greggio. Una vera e propria bomba a orologeria pronta ad esplodere, che tiene col fiato sospeso autorità ed esperti. Adesso finalmente, a distanza di ben 8 anni, sono state avviate le operazioni di messa in sicurezza per rimuovere il petrolio dalla nave FSO SAFER, immortalata da una serie di scatti satellitari.
A coordinare la delicata missione le Nazioni Unite (impiegando una seconda petroliera, ovvero la ex Nautica ora ribattezzata Yemen), concludendo una vicenda che risale allo scoppio della guerra in Yemen.
The #FSOSafer stranded off the coast of Yemen in the Red Sea, is a 47-year old storage vessel carrying an estimated 1.14…
Posted by UN Environment Programme on Tuesday, July 18, 2023
Il timore è che durante le attività di rimozione possa verificarsi uno sversamento di petrolio o un’esplosione, causando una catastrofe ambientale e umanitaria. Ma lasciare la nave cargo, a circa 300 chilometri da Sana’a, con a bordo quella quantità esorbitante di greggio potrebbe rivelarsi ancora più pericoloso.
Sebbene l’operazione di salvataggio comporti dei rischi, non intervenire sarebbe ancora più pericoloso. – spiega Ghiwa Nakat, direttore esecutivo di Greenpeace MENA (Middle East and North Africa) – Ci auguriamo che l’operazione di messa in sicurezza sia l’ultimo capitolo di questa terrificante vicenda di cui sono responsabili le compagnie petrolifere.
A tal proposito, un’indagine dell’organizzazione ambientalista, diffusa lo scorso hanno, ha dimostrato che i colossi del petrolio – come TotalEnergies, Exxon, Occidental e OMV – hanno utilizzato la FSO SAFER per decenni, eppure finora non hanno offerto alcun aiuto per prevenire un disastro nel Mar Rosso.
Un incidente di questa portata provocherebbe danni irreparabili all’ecosistema e a milioni di persone che vivono in Yemen, che devono già far fronte alle terribili conseguenze di un conflitto ormai quasi quasi decennale.
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Fonti: Greenpeace/Nazioni Unite
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