Gli scienziati hanno capito perché le persone sono propense a credere alle teorie del complotto (e il motivo è più logico di quel che pensi)

Le cose più lampanti del nuovo millennio sono la pandemia da coronavirus e la crisi climatica: su questi due grandi temi si spreca fiato e ci si offusca la mente, presi da chissà quale motivo per cui negare è più semplice e più sbrigativo che risolvere il problema

Dal Covid(di) che non esiste alle scie chimiche che chissà cosa ci spruzzano addosso, dalla Terra che sarebbe piatta (questa è vecchia) a Re Carlo che sarebbe un vampiro fino alla crisi climatica che “quando mai non c’è nessuna crisi”, più o meno a tutti (da secoli) almeno una volta nella vita sarà capitato ascoltare o leggere – oggi complici i social – roba simile. Sono fake news vere e proprie che rispondono per la stragrande maggioranza delle volte a un’unica convinzione: dietro c’è tutto un gigantesco enorme complotto. “Non cielo dicono!

Ma perché? Per quale ragione la gente ancora si lascia abbindolare da teorie complottistiche? Una nuova revisione si aggiunge ad altre precedenti prove, secondo cui ci sarebbero molte ragioni complesse per le quali le persone sono portate a credere alle teorie della cospirazione, e contrariamente al cliché secondo cui si tratta di una mancanza di conoscenza.

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È improbabile che i teorici della cospirazione siano persone ingenue e mentalmente malate, secondo il ritratto che viene abitualmente dipinto nella cultura popolare, afferma la psicologa clinica della Emory University, Shauna Bowes.

E proprio dalla Emory University arriva un recente studio pubblicato dall’American Psychological Association (APA), per cui molti si rivolgono a teorie del complotto “per soddisfare bisogni motivazionali privati ​​e dare un senso all’angoscia e alla menomazione“. Il problema è che a un certo punto questi pensieri di cospirazione possono anche diventare pericolosi.

Lo studio

I ricercatori hanno analizzato i dati di 170 studi che hanno coinvolto oltre 158mila partecipanti, principalmente da Stati Uniti, Regno Unito e Polonia. Si sono concentrati su studi che hanno misurato le motivazioni o i tratti della personalità dei partecipanti associati al pensiero cospiratorio e hanno scoperto che, nel complesso, le persone erano motivate a credere nelle teorie del complotto dal bisogno di comprendere e sentirsi al sicuro nel loro ambiente e dal bisogno di sentire che la comunità con cui si identificano fosse superiore alle altre.

Inoltre, i ricercatori hanno trovato alcune prove che le persone erano più propense a credere a specifiche teorie del complotto quando erano motivate da relazioni sociali: ad esempio, i partecipanti che hanno percepito minacce sociali erano più propensi a credere nelle teorie del complotto basate sugli eventi, come la teoria secondo cui il Governo degli Stati Uniti avrebbe pianificato gli attacchi terroristici dell’11 settembre, piuttosto che una teoria astratta secondo cui, in generale, i Governi intendono danneggiare i loro cittadini per mantenere il potere.

I ricercatori hanno anche scoperto che le persone con determinati tratti della personalità, come un senso di antagonismo verso gli altri e alti livelli di paranoia, erano più inclini a credere alle teorie del complotto. Coloro che credevano fermamente nelle teorie del complotto avevano anche maggiori probabilità di essere insicuri, paranoici, emotivamente instabili, impulsivi, sospettosi, introversi, manipolatori, egocentrici ed eccentrici.

I tratti della personalità dei Big Five (ossia: estroversione, gradevolezza, apertura, coscienziosità e nevroticismo) avevano una relazione molto più debole con il pensiero cospiratorio, sebbene i ricercatori abbiano affermato che ciò non significa che i tratti generali della personalità siano irrilevanti per la tendenza a credere nelle teorie del complotto.

QUI trovi lo studio completo.

Teorie del complotto, l’intervento dell’Unione europea

Con la pandemia di coronavirus abbiamo assistito a un aumento di teorie del complotto dannose e fuorvianti, diffuse principalmente online. Per far fronte a questa tendenza, la Commissione europea e l’UNESCO hanno pubblicato una serie di linee guida per aiutare i cittadini a individuare, smentire e contrastare le teorie del complotto.

Cosa sono le teorie del complotto? Perché hanno fortuna?

Rappresentano la convinzione per cui alcuni eventi o situazioni sarebbero manipolati in segreto dietro le quinte da potenti forze con l’intento di nuocere. Hanno in comune queste 6 cose:

  • Un presupposto complotto segreto
  • Un gruppo di cospiratori
  • “Prove” che sembrano confermare la teoria del complotto
  • Viene ingannevolmente suggerito che nulla accade per caso e che non esistano coincidenze; nulla è come sembra e tutte le cose sono collegate tra loro
  • Si divide il mondo in buoni e cattivi
  • Si individua un capro espiatorio in persone e gruppi

Hanno spesso fortuna perché sembrano offrire una spiegazione logica a eventi o situazioni difficili da capire e infondono la falsa sensazione di riuscire a controllare e dominare gli eventi.

Come prendono piede le teorie complottistiche?

Le teorie del complotto iniziano spesso come sospetto. Ci si chiede a chi giovi l’evento o la situazione e così si individuano i cospiratori. Poi si manipolano le eventuali “prove” in modo che confermino la teoria.

Una volta che hanno preso piede, le teorie del complotto possono diffondersi rapidamente. Sono difficili da confutare perché chiunque ci provi viene considerato complice del complotto.

Le teorie del complotto vengono diffuse per diverse ragioni:

  • Molti ritengono che siano vere
  • Altri cercano deliberatamente di provocare, manipolare o attaccare persone per motivi politici o finanziari
  • Possono provenire da molte fonti, ad esempio Internet, amici, parenti.

È una teoria del complotto? Verifica prima di condividere

  • Controlla chi è l’autore: chi scrive e perché?
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  • Controlla il tono e lo stile – è equilibrato ed equanime o sensazionalistico e a senso unico?
  • Sii consapevole dell’eccesso di informazioni. Basati su informazioni verificate. Blocca la diffusione di queste teorie

Come le teorie del complotto creano danni

  • Individuano un nemico e una trama segreta che minaccia la vita o le convinzioni dei cittadini, e innescano un meccanismo di difesa che può alimentare la discriminazione, giustificare i reati basati sull’odio e fornire pretesti a gruppi di estremisti violenti
  • Diffondono la sfiducia nelle istituzioni pubbliche, il che può portare all’indifferenza o alla radicalizzazione politica
  • Diffondono la diffidenza nei confronti delle informazioni scientifiche e mediche, che possono avere gravi conseguenze
  • I gruppi considerati ai margini della società sono le vittime più probabili delle teorie del complotto, dei discorsi di incitamento all’odio e delle campagne di disinformazione. Comprendono persone di origini, religione o orientamento sessuale diversi. Nel contesto dell’emergenza COVID-19, gruppi specifici sono stati spesso accusati a torto di diffondere il virus in Europa, come ad esempio persone di presunta origine asiatica, ebrei, musulmani, rom e coloro che venivano identificati come LGBTI+ (FRA, 2020)

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Fonti: American Psychological Association (APA) / Commissione europea

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