Continua il saccheggio della sabbia dalle spiagge della Sardegna, sequestrati già dalle valigie dei turisti più di 100 kg

Spiagge paradisiache e incontaminate costantemente sotto attacco: ogni estate pochi incivili fanno razzia di sabbia e di conchiglie, come fossero souvenir. Ma depredare le spiagge è reato punibile con sanzioni amministrative

Sono stati prelevati dalle spiagge del sud Sardegna e poi sequestrati pochi giorni fa all’aeroporto di Cagliari-Elmas: almeno un centinaio di chili tra sabbia e ciottoli prelevati illegalmente e inseriti in sacchetti e bottigliette di plastica erano pronti a varcare la soglia dell’isola per mano dei soliti incivili.

A darne notizia è ancora una volta l’associazione Sardegna rubata e depredata che continua sui social una campagna di informazione per ricordare a turisti e residenti che è vietato per legge portare via dagli arenili sabbia, conchiglie, ciottoli, purtroppo considerati ancora da tante persone dei souvenir da portare a casa come ricordo della vacanza in Sardegna.

Le spiagge più depredate sono quelle del sud Sardegna, ma soprattutto Is Arutas e tutta la costa di Baunei.

Perché non bisogna portar via la sabbia dalla spiaggia?

Perché quello che sembra un semplice gesto, in realtà mina l’equilibrio della natura. Il processo di formazione della spiaggia è molto lungo ed è vittima dell’erosione. Se a questo ci aggiungiamo che ognuno prende una manciata di sabbia, il risultato non è di certo positivo.

Eppure, l’art.1162 del Codice della Navigazione, intitolato “estrazione abusiva di arena o altri materiali”, stabilisce che “chiunque estrae arena, alghe, ghiaia o altri materiali nell’ambito del demanio marittimo o del mare territoriale ovvero delle zone portuali della navigazione interna, senza la concessione prescritta nell’articolo 51, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.549,00 a euro 9.296,00”.

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Fonte: Sardegna rubata e depredata

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