A Pamplona è tornata la folle (e sanguinaria) corsa dei tori di San Firmino e ci sono già i primi 6 feriti

Sei ricoverati per fratture e traumi vari: il bilancio del primo giorno di festeggiamenti a Pamplona è angosciante. Più che una divertente festa l'antica corsa dei tori è pura follia mascherata da cultura e tradizione...

Ci risiamo. Ieri a Pamplona, in Spagna, sono state aperte ufficialmente le “danze” della popolarissima festa di San Firmino. Come da tradizione, alle 12 in punto dal balcone municipale è stato lanciato il chupinazo, il razzo che dà il via ai festeggiamenti.

Il giorno successivo è cominciata la controversa corsa dei tori, la prima di una lunga serie che andrà avanti fino al prossimo 14 luglio. E non sono mancati i ricoveri in ospedale.

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In totale sono già sei i corridori – di cui tre americani – che hanno riportato ferite e contusioni durante l’Encierro: chi un trauma cranico, qualcuno una frattura al polso, un altro ancora al ginocchio. Nessuno di questi è stato incornato dai tori, ma nel caos generale è molto facile essere presi a spintoni e finire a terra.

Come si svolge l’encierro e perché andrebbe abolito

La festa di San Firmino – le cui origini risalgono al Medioeevo – è una delle celebrazioni più sentite della Spagna. Ogni anno migliaia di persone accorrono da ogni aprte del mondo per assistere a questo rito raccontato anche dallo scrittore Ernest Hemingway nel romanzo “Fiesta”. Nell’arco di nove giorni, le strade della città di Pamplona diventano teatro di balli, concerti e spettacoli, ma il momento più atteso è quello della corsa dei tori.

Ogni mattina, alle 8.00 in punto centinaia di persone iniziano a correre davanti agli animali, seguendo il percorso di 825 metri che dal centro storico porta fino a Plaza de Toros. Il tutto dura appena 3 minuti: pochi istanti di pura follia e crudeltà.

Annualmente si verificano, infatti, incidenti e numerosi corridori finiscono in ospedale a causa della calca. Non di rado capita poi che qualcuno venga incornato dai tori, riportando ferite anche fatali. Il bilancio dello scorso anno è stato particolarmente tragico: nell’arco di circa 24 ore ben 3 persone sono morte dopo essere state aggredite dagli animali.

E soltanto negli ultimi otto anni i decessi durante la festa di San Firmino sono stati una ventina. Da diversi anni attivisti e associazioni animaliste invocano l’abolizione di questa follia collettiva che – come la corrida – sfrutta i tori, mettendo a rischio anche la vita umana. Ma purtroppo l’appello non è stato preso in considerazione dalle istituzioni spagnole. Solo la pandemia di Covid-19 è riuscita a far sospendere per due anni i crudeli festeggiamenti portati avanti in nome di un’antica tradizione.

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Fonti: Spain.info/La Vanguardia

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