Settimana lavorativa corta e smart working: le proposte dell’Italia all’Europa per inquinare di meno

Nella proposta di aggiornamento del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) che il Governo Meloni ha inviato a Bruxelles, tra le soluzioni pensate per ridurre le emissioni ci sono lo smart working e la settimana corta

Parla di “sforzo estremo” e di “gap da colmare” la proposta di aggiornamento del Pniec inviata alla Commissione europea per raggiungere gli obiettivi su energia e clima e in cui, per ridurre consumi ed emissioni, si propone di “agire diffusamente […] e un sostanziale mutamento degli stili di vita e di consumo”.

Un radicale cambio di prospettiva quello del Ministro Pichetto Fratin? Sta di fatto che tra le misure urgenti che ora si invocano ci sono anche smart working e settimana lavorativa corta.

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Nell’ambito del settore dei trasporti occorrerà incentivare con maggiore forza misure tese a trasferire gli spostamenti dell’utenza dal trasporto privato a quello pubblico attraverso lo shift modale, ridurre la necessità di spostamento con politiche di favore per smart working e valutare la riduzione delle giornate lavorative a parità di ore lavorate, si legge nella proposta.

Per ora si tratta solo di obiettivi generali anche perché le posizioni all’interno del Governo sul lavoro agile sono diverse, come dimostra anche la scelta di non prorogare lo smart working per i dipendenti pubblici con figli minori di 14 anni.

L’aggiornamento del Pniec

Primo obiettivo dell’aggiornamento del Pniec, che dovrebbe essere approvato in via definitiva entro giugno 2024, è superare quota 40% dei consumi finali lordi di energia entro il 2030 attraverso l’impiego delle rinnovabili, che dovranno servire a produrre il 37% di riscaldamento e raffrescamento, a coprire il 31% nei trasporti e una quota del 42% di idrogeno per gli usi dell’industria.

Un altro dei punti stabilisce un programma di efficientamento del parco immobiliare e di riduzione dei consumi energetici nella pubblica amministrazione, condiviso con gli enti regionali e locali:

Sarà infine importante aggiornare le misure esistenti per includere la promozione dell’efficienza energetica negli edifici del settore non residenziale privato, su cui vi è un potenziale di risparmio ancora non adeguatamente sfruttato, si legge nel Pniec.

La nuova versione del documento anche l’incremento del tasso di ristrutturazione degli edifici, puntando sull’elettrificazione dei consumi, i sistemi di automazione e controllo e una “massiva diffusione” degli interventi di isolamento termico.

Il testo finale del piano sarà elaborato sulla base delle raccomandazioni della Commissione, dei risultati della consultazione avviata in ambito di valutazione ambientale strategica e una volta sentire le Regioni e il Parlamento.

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Fonte: MASE

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