Loro sono Giorgia e Annalisa, nemmeno 50 anni in due, e hanno una passione: gestire una malga e godere del lavoro – duro – di curare e mungere una mandria di vacche. L’obiettivo? Fare del bello il leitmotiv di una intera estate
Non è vero che i ragazzi d’oggi siano presi soltanto da sfide su YouTube e challenge di dubbio gusto. C’è tutto un mondo dentro e dietro di loro, basta saperlo coltivare, invogliarli a fare, creare, ascoltare, conoscere. La costruzione del bello è anche questo: non lasciare andare le cose.
In Val di Sole, in Trentino, lo sanno bene Giorgia Orlandi, 21 anni, e Annalisa Comini, 26, che hanno deciso di trascorrere un’estate un po’ diversa vivendo un’esperienza autentica, a contatto con la natura e di crescita personale lontano dalla folla.
Come? Prendendosi cura di 71 vacche che, si sa, con i loro ritmi sono capaci di dettare tutta la giornata dei pastori, sin dalle prime luci dell’alba.
Le mie giornate iniziano alle sei di mattina – racconta Annalisa. Per prima cosa aiuto a caricare il latte, poi pulisco la cisterna e preparo la sala per la mungitura. È faticoso, certo, non è semplice radunare e tenere insieme gli animali ma questa esperienza ti regala sempre emozioni nuove. La mia speranza? Migliorare le competenze che possiedo e acquisirne di nuove.
È tempo di una pausa, si mangia, ci si ferma un momento. Poi, al pomeriggio, si riparte e si lavora fino al momento della cena, della convivialità e del riposo. Uno schema che si ripete, giorno dopo giorno, con sullo sfondo la natura e i pascoli. E un elemento tutt’altro che trascurabile, che accompagna il tempo, il lavoro e le pause: la solitudine.
Una condizione che spaventa, soprattutto nel mondo contemporaneo. Eppure, qui sulle montagne, l’isolamento è anche una risorsa.
Stare da soli significa imparare a stare con te stessa, tirare fuori i tuoi pensieri e alla fine giocare con loro – sottolinea Giorgia. Ti ritrovi in un ambiente grande che a un certo punto, quando lo conosci, diventa piccolo. Questa esperienza è una crescita personale, devi imparare ad andare d’accordo con chi lavora insieme a te e con gli animali: le vacche sono esseri sensibili, con loro occorre sviluppare un contatto. Solo così puoi ottenere delle ‘risposte’, solo così puoi convincerle a spostarsi facendo meno fatica.
E con i cellulari? Qui è “disconnessione” allo stato puro.
In questi mesi siamo prevalentemente sconnessi – spiega Giorgia. Il telefono è qualcosa che ti porta in un’altra realtà, qui invece sei costretta a vivere il presente, il che è positivo: occorre pensare a ciò che si fa, essere concentrate.
Un’esperienza da consigliare, perché significa vivere l’emozione dello stare all’aria aperta, di sviluppare un contatto con la natura e con gli animali.
Suggerirei a tutti i giovani che amano la montagna di provare tutto questo almeno una volta nella vita, dice Annalisa.
C’è un’umanità, insomma, ancora capace di vivere in simbiosi con la natura e persone in grado non solo di rispettare l’ambiente in cui si trovano ma anche di prendersi cura degli animali che questo ambiente lo vivono e lo impreziosiscono. Sembra straordinario, certo, ma a pensarci bene non lo è affatto.
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