L’agrivoltaico è una delle strade per produrre energia pulita grazie a impianti che permettono un’agricoltura estensiva senza deturpare il paesaggio. Ragione per cui in molti ritengono che la convivenza tra fotovoltaico, colture e pascolo debba divenire una realtà concreta in tutto il Paese. Ma dove esattamente?
![agrivoltaico](https://www.greenme.it/wp-content/uploads/2023/07/campo_coltivato_agrivolt.jpg)
©ENEA
Dove, su tutto il territorio nazionale, sarebbe meglio abbinare in modo sostenibile il fotovoltaico alla produzione agricola? Quali sono, in sostanza, le aree potenzialmente sfruttabili dall’agrivoltaico?
A questa domanda tenta di rispondere ENEA, che ha appena realizzato una vera e propria mappa del potenziale agrivoltaico nazionale su scala regionale. Lo scopo? Minimizzare l’uso del suolo e ottimizzare la produzione energetica e agricola.
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La sua realizzazione nasce nell’ambito della task force AgrivoltaicoSostenibile@ENEA e dell’Associazione Italiana Agrivoltaico Sostenibile (AIAS), presieduta da ENEA, che supporta lo sviluppo dell’agrivoltaico attraverso progetti, tecnologie innovative, protocolli di certificazione e percorsi di formazione.
Il potenziale dell’agrivoltaico nel contesto nazionale è solitamente valutato sulla base delle caratteristiche topografiche e dell’estensione delle aree agricole disponibili – spiega Grazia Fattoruso del Laboratorio ENEA di Sviluppo applicazioni digitali fotovoltaiche e sensoristiche del Centro ricerche di Portici. La metodologia messa a punto nel nostro laboratorio di Geomatica considera sia i diversi fattori che possono influenzare il potenziale solare fotovoltaico di una determinata area, come quelli geofisici, tecnici ed ambientali, sia i fattori che possono condizionare la resa agricola, come le classi di uso suolo, la capacità d’uso dei suoli e il deficit idrico.
I criteri utilizzati per l’elaborazione della mappa del potenziale agrivoltaico sono stati selezionati sulla base dei risultati delle interviste effettuate a un team di esperti, scienziati, ricercatori e a soggetti portatori di diversi interessi come progettisti, sviluppatori e decisori in ambito energetico e agricolo.
Dalla mappa sono stati poi elaborati degli indicatori del potenziale agrivoltaico a livello regionale e nazionale. Inoltre, è in fase di sviluppo l’elaborazione e integrazione di indicatori relativi a caratteristiche qualitative e quantitative del paesaggio per un connubio armonioso tra i sistemi agrivoltaici e i paesaggi in cui saranno inseriti.
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Tra gli strumenti messi in campo per il raggiungimento degli obiettivi è stata prevista anche l’istituzione di tavoli di lavoro permanenti, per supportare gli organi preposti all’implementazione dell’agrivoltaico su tematiche come:
- la certificazione agrivoltaico sostenibile
- normativa e attuazione; formazione
- tecnologie dell’energia e dell’agricoltura
- settore internazionale
- paesaggio
È fondamentale sottolineare come la formazione sia cruciale per l’intero sistema agricolo, che negli ultimi anni è investito da cambiamenti che necessitano di innovazione – dice Alessandra Scognamiglio, ricercatrice ENEA del Laboratorio Dispositivi innovativi presso il Centro ricerche di Portici e presidente di AIAS. In questo contesto – aggiunge – l’agrivoltaico sostenibile si pone come un ‘aggregatore’ in grado di mettere a sistema le innovazioni partendo dalle esigenze espresse dagli operatori coinvolti. L’ambizione è quella di compiere una sintesi di conoscenze che possa tradursi in percorsi formativi specifici a supporto dell’implementazione di sistemi agrivoltaici sostenibili dove la bellezza del paesaggio si coniuga con la generazione di energia e di cibo.
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Fonte: ENEA
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