Gabriele Lodetti ha deciso di usare la schwa nel suo tema agli esami di maturità ed è stato premiato con un ottimo 17/20
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Sebbene l’Accademia della Crusca l’abbia ufficialmente bandita dalla lingua italiana, ecco che la schwa torna prepotentemente a gamba tesa a fare irruzione nelle nostre cronache, questa volta dove proprio non te l’aspetti.
Uno studente che sta affrontando gli esami di maturità ha infatti deciso di inserirla nella prima prova, il tema di italiano. E a far notizia è anche il fatto che non solo non è stato punito ingiustamente (cosa che comunque ha rischiato gli accadesse), ma di contro è stato premiato con un ottimo voto: 17/20.
Il gesto di sfida di Gabriele Lodetti
Chi ha deciso di “ribellarsi” alle regole è Gabriele Lodetti, un maturando del Liceo Plinio Seniore di Roma che ha voluto usare il simbolo della comunità non binaria, ovvero di chi non si riconosce nel genere maschile o femminile.
Dopo che la vicenda è diventata virale, lo studente ha raccontato le sue motivazioni. Ha spiegato di averla inserita per “rendere più inclusivo il linguaggio”. Voleva infatti:
dimostrare che utilizzare una forma di linguaggio che rappresenti tutti e tutte è possibile. Anche durante una prova importante come l’esame di Stato.
Il suo può apparire come un gesto di sfida e così è stato, come ha ammesso lui stesso. Non verso la commissione, bensì “verso il sistema scolastico e la società”. Ha voluto usare un linguaggio che da tempo è presente nella chat con amici e familiari e che ormai
è entrato nel mio modo di pensare e sarebbe complicato non utilizzarlo per esprimermi.
L’argomento scelto è stato il tema di attualità
Altra nota particolare è il fatto che Lodetti ha usato la schwa non per trattare di inclusione, in quanto ha scelto il tema di attualità riguardante la lettera aperta del 2021 al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in cui il mondo accademico richiedeva il ritorno delle prove scritte alla maturità, sospese durante la pandemia.
Gabriele ha scritto un’analisi della storia dell’esame di Stato, inserendo riflessioni sui cambiamenti nel tempo e dando pareri sul sistema scolastico, ovviamente sempre tenendo fede alla sua idea di scrivere con un linguaggio inclusivo.
Le opinioni a riguardo non sono state unanimi
L’idea dello studente romano ha tuttavia diviso. C’è chi come Giuseppe Benedetti, docente di Lettere al Liceo Tasso, ha sostenuto che – essendo la schwa non di uso comune – il suo impiego avesse poco senso nel testo in questione.
Giulia Addazi, linguista e insegnante, e Tiziana Sallusti, preside, hanno invece sostenuto l’approccio di Gabriele, ammirando la sua riflessione sull’uso della lingua italiana. Hanno inoltre fatto sapere che avrebbero valutato il lavoro basandosi sul contenuto e non sulla forma linguistica utilizzata.
Infine la scelta della schwa è stata approvata dalle associazioni studentesche come la rete degli studenti medi, che da sempre si battono per l’inclusione nelle scuole.
E anche noi ci uniamo al coro dei complimenti nei confronti di questo ragazzo che ha voluto dare un timido segnale di quanto l’inclusività sia fondamentale e di quanto sia importante parlarne senza timore. Sono questi piccoli gesti che permettono ad un tema così ancora di nicchia di progredire, al contrario di quanto accaduto con la decisione dell’Accademia della Crusca.
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