Un'interazione "scioccante" tra un leone e un bambino, protetto da una vetrata, in uno zoo sconvolge. Ma evidentemente pochi si sono chiesti come mai il re della savana si comporti in questo modo. L'episodio non è attuale, è riapparso nel web già varie volte negli anni scorsi, ma il contenuto non cambia: un animale schiavo degli zoo
Un bambino con una mantellina gialla davanti a una vetrata di uno zoo. Dietro di questa un leone, il re della savana, ridotto a zimbello. Sono loro i protagonisti di un video che ultimamente è ricomparso nella rete in cui l’animale africano con la sua maestosa criniera compie un gesto definito “inaspettato” da alcune testate, una scena “che ha terrorizzato i genitori” digitano altre.
Ma cosa c’è di vero in questa storia? A quando risale? E cosa è successo veramente? Non tutte le notizie che circolano nel web sono infatti attuali come si possa pensare. È il caso di questo episodio, che risalirebbe sì a giugno, ma del lontano anno 2016.
Il video, ricondiviso a manetta da canali e utenti, è stato girato nel Parco zoologico di Chiba, in Giappone, nel giugno 2016, come dicevamo. Una famiglia con il suo piccoletto ha visitato lo zoo, fermandosi davanti al recinto del leone. Qui ha osservato l’animale selvatico fin quanto questo non si è precipitato contro il bimbo, protetto dal vetro.
C’è chi ride di sottofondo credendo che il leone volesse solamente giocare e sdrammatizzando così l’accaduto e chi si spaventa, colpevolizzando l’animale di aver provato ad attaccare il bambino. Quella rincorsa, quella zampata, suggeriscono proprio che il leone volesse raggiungerlo per motivi diversi dal gioco.
In quel gesto, che per qualcuno potrebbe essere eclatante, noi vediamo tutta la frustrazione del leone, la desolazione di un animale fiero, regale, costretto a vivere in una finta rappresentazione del suo habitat ridotta in scala. Un animale che per natura è un predatore e che quindi preda per istinto. Lo abbiamo forse dimenticato?
Ovviamente negli zoo quell’istinto viene soffocato, l’indole schiavizzata e trasformata anche per mezzo di farmaci e tranquillanti in quello che i visitatori vogliono vedere: un animale pacato, disteso al sole, in posa per essere immortalato da cellulari e macchine fotografiche.
Ecco allora che un comportamento come questo viene subito etichettato come “fuori dal comune”, ma in realtà è solo una della disperate manifestazioni di un animale fortemente stressato. Negli zoo di tutto il mondo gli animali conducono un’esistenza triste, priva il più delle volte di adeguati stimoli ambientali. Finiscono così per ammalarsi, presentare comportamenti autolesionisti gravi.
Gli zoo sono luoghi anacronistici che non insegnano ai bambini a conoscere lo straordinario regno animale così come questo è in natura né il rispetto per le altre forme di vita, ma mostrano ai più piccoli una prigione in cui sono rinchiuse anime disperate.
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