Stop al telemarketing selvaggio: il Garante della Privacy ha sanzionato compagnie telefoniche ed energetiche

Varati nuovi provvedimenti contro il telemarketing selvaggio di compagnie telefoniche ed energetiche: il Garante della Privacy ha sanzionato in particolare Tim, Green Network e Sorgenia con multe che hanno sfiorato gli 8 milioni di euro

Basta telemarketing selvaggio, con le sue telefonate continue sia su numeri fissi che cellulari: il Garante della Privacy ha sanzionato Tim per 7.631.175 euro, mentre nel settore energetico Green Network e Sorgenia con 237.800 e 676.956 euro rispettivamente.

Come si legge sulla pagina dell’Autorità, a Tim è stata contestata una non adeguata sorveglianza sui call center abusivi, che in realtà quindi non appartengono alla sua rete ufficiale ma che era tenuta a tenere sotto controllo, ma anche una reazione inadeguata alle richieste di esercizio dei diritti degli interessati e l’erronea pubblicazione di dati personali nei pubblici elenchi telefonici senza il consenso degli interessati.

La società telefonica, peraltro, era stata sanzionata anche in precedenza, nel 2020 con una multa superiore a 27 milioni di euro per usato in modo illecito tra il 2017 e il 2019 i dati personali di alcuni suoi clienti ed ex clienti allo scopo di effettuare chiamate promozionali senza consenso o nonostante l’iscrizione delle utenze telefoniche nel registro pubblico delle opposizioni.

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Il Garante stavolta ha comunque evidenziato alcuni importanti miglioramenti compiuti, a suo parere testimonianza della buona volontà delle grandi imprese, ma al tempo stesso dell’esigenza di ulteriori e più incisivi passi verso l’eradicazione di una vera e propria piaga sociale che danneggia gli operatori corretti ed esaspera, ormai a livelli non più accettabili, i cittadini.

Peccati più “veniali” per le due compagnie energetiche Green Network e Sorgenia, sanzionate per non aver approntato misure idonee a garantire la tracciabilità di tutte le operazioni svolte sulle piattaforme di caricamento delle proposte contrattuali e per non aver dimostrato la piena contezza di tutti i trattamenti svolti nell’ambito della filiera del telemarketing.

L’intento principale di questo nuovo intervento – spiega il Garante – è quello di colpire tutte le possibili porte di accesso del sottobosco all’interno del patrimonio informativo e commerciale delle società telefoniche ed energetiche

Come più volte ricordato dall’Autorità, sono infatti le aziende committenti dell’intera “catena” di operazioni che porta alla conclusione di un contratto a dover vigilare adeguatamente, altrimenti questo “sottobosco” fatto di call center illegali continuerà a ricevere una remunerazione che ne permette la sopravvivenza e, addirittura, la proliferazione, tra l’altro quasi sempre in violazione delle norme fiscali e giuslavoristiche.

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Fonte: Garante della Privacy

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