Cancro al seno, una nuova terapia riduce il rischio di recidiva in una delle forme più comuni

Le terapie contro il cancro al seno migliorano ma la malattia affligge ancora molte donne: una nuova terapia può ridurre del 25% il rischio di recidiva, l’evento più temuto perchè le recidive sono generalmente più difficili da trattare. La speranza ora è nella molecola CDK4/6 ribociclib prodotta dalla Novartis

Una nuova speranza in più contro il cancro al seno arriva da una molecola (CDK4/6 ribociclib prodotta dalla Novartis) da aggiungere alla terapia anti-ormonale: in questo modo si può ridurre del 25% il rischio di recidiva, l’evento più temuto perchè le recidive sono generalmente più difficili da trattare. I risultati della sperimentazione (Natalee) sono arrivati all’ultima fase.

Lo studio ha incluso pazienti con malattia in stadio iniziale, normalmente considerati a basso rischio rispetto al totale e l’aggiunta dell’inibitore CDK4/6 ribociclib alla terapia ormonale ha ridotto davvero del 25% la probabilità di recidiva di carcinoma mammario in stadio iniziale (EBC) positivo per il recettore ormonale (HR) e HER2 negativo (HR+/HER-).

Il cancro al seno rappresenta HR+/HER- il 70% di tutti i nuovi casi di cancro al seno, secondo i dati del National Institutes of Health (USA). Natalee ha coinvolto pazienti con carcinoma mammario in stadio II e III HR+/HER2- in fase iniziale (EBC), indipendentemente dal coinvolgimento linfonodale.

Natalee è diverso da altri studi sul cancro al seno in fase iniziale in 3 modi importanti – spiega Dennis J. Slamon, autore principale del lavoro – Lo studio ha incluso pazienti con malattia in fase iniziale, normalmente considerati a basso rischio, la dose del farmaco è stata ridotta a 400 mg, per migliorare la sicurezza e senza perdita di efficacia, e lo studio ha trattato i pazienti per 3 anni invece che 2

Lo studio ha randomizzato in particolare 5101 uomini e donne in premenopausa e postmenopausa con carcinoma mammario a rischio di recidiva, somministrando ribociclib adiuvante con terapia ormonale (2549 pazienti) o sola terapia ormonale (2552 pazienti).

Citando i dati pubblicati sul New England Journal of Medicine, i ricercatori hanno riferito che dal 30% al 60% della popolazione di pazienti rappresentata nella ricerca rimane attualmente a rischio di recidiva del cancro al seno con la sola terapia endocrina e che il cancro oggetto della sperimentazione rappresenta oltre il 90% dei pazienti con il cancro al seno.

I dati mostrano che 189 persone nel gruppo ribociclib (7,4% dei pazienti) hanno avuto una recidiva del cancro, rispetto alle 237 persone nel gruppo della sola terapia ormonale (9,2% dei pazienti): aggiungere ribociclib alla terapia ormonale ha generato quindi un significativo miglioramento della sopravvivenza.

Tra l’altro i risultati si sono mostrati coerenti tra i sottogruppi, in particolare stadio della malattia, stato della menopausa e persino lo stato linfonodale.

Questo significa che anche i pazienti con malattia linfonodale negativa, ritenuti generalmente a basso rischio, hanno beneficiato del trattamento

Non solo: ridurre la dose ha migliorato alcuni segnali di sicurezza nella cardiotossicità.

Anche se all’inizio, questi risultati sono molto promettenti e suggeriscono che ci sarà un ruolo per ribociclib adiuvante per lo stadio II e per il carcinoma mammario HR-positivo HER2-negativo

commenta Rita Nanda, professoressa presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Chicago, non coinvolta nel lavoro.

Il protocollo dello studio Natalee richiede un follow-up continuo per valutare i risultati a lungo termine, inclusa la sopravvivenza globale.

I risultati sono stati presentati al meeting annuale 2023 dell’American Society of Clinical Oncology e pubblicati sul New England Journal of Medicine.

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Fonte: American Society of Clinical Oncology

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