Olio d’oliva extravergine: su 20 marchi analizzati 11 non lo sono davvero, il nuovo test che volevano censurare

È uscito il nuovo test sull'olio extravergine d'oliva (che in realtà non lo è davvero), opera del Salvagente che come sempre si dimostra una rivista coraggiosa e che punta alla verità (anche se scomoda per qualcuno). Stavolta è stato addirittura chiesto in anticipo all'Antitrust di bloccare la pubblicazione del test ma, fortunatamente, senza risultato

In occasione dell’uscita del nuovo test del Salvagente, torniamo a parlare di olio extravergine di oliva e in particolare dei casi in cui questo prodotto non è davvero ciò che promette.

Ci spieghiamo meglio: diversi test, e non solo italiani, nel corso di questi anni si sono occupati di analizzare varie marche di olio evo scoprendo come in molti casi si trattava solo di olio “vergine” e non “extravergine” (come dichiarato in etichetta).

Tra questi spiccano le analisi condotte dalla rivista italiana Il Salvagente che già da anni ha scoperchiato questo “vaso di Pandora”, facendo storcere il naso a diversi produttori. Leggi anche: Olio di oliva, quasi la metà non è davvero extravergine. Monini e Bertolli i due migliori

Non a caso i precedenti test sull’olio sono finiti più volte al centro di polemiche, richieste di silenzio e di risarcimento danni da parte di aziende che si sono sentite chiamate in causa e che hanno accusato la rivista di diffamazione. Ve ne abbiamo parlato nel seguente articolo:

Riassume molto bene quanto accaduto in passato con il Codacons e l’Antitrust, il Salvagente stesso:

Nel 2021, dopo un analogo test condotto dal Salvagente su 15 bottiglie, si era schierata (l’associazione Codacons, n.d.r.) a difesa di alcuni imbottigliatori e aveva presentato all’Antitrust un esposto contro il Salvagente. Ne scaturì una multa per il nostro giornale (è pendente ancora il ricorso presentato dal Salvagente al Tar) in virtù di un ipotetico conflitto di interessi che però non è stato ritenuto tale dal Tribunale di Spoleto che il 10 gennaio scorso ha ribadito la legittimità dei test comparativi come “strumento di giornalismo di inchiesta” e ha condannato al pagamento di 80mila euro di spese legali l’azienda Coricelli che – dopo aver perso al penale – era ricorsa al tribunale civile per la richiesta di 20 milioni di risarcimento. Richiesta risarcitoria che si è trasformata per l’azienda in un boomerang.

Leggi anche: Test sull’olio: “corretto e non diffamatorio”, Il Salvagente (e il giornalismo di inchiesta) vincono contro chi vuole metterli a tacere

Il nuovo test sull’olio, cosa è accaduto

olio test salvagente

@Il Salvagente

Anche l’uscita del nuovo test del 2023 non è stata da meno, anzi addirittura in anticipo rispetto alla pubblicazione dell’indagine, il Codacons ha chiesto all’Antitrust di intervenire bloccando l’uscita del test.

Insomma, l’obiettivo era mettere un vero e proprio bavaglio alla bocca, un tentativo di censura che fortunatamente alla fine non ha portato a nulla (da oggi potete leggere infatti i risultati del test sul Salvagente).

Evidentemente, anche stavolta quanto scoperto sembra essere particolarmente sgradito a qualcuno (non a caso sono ben 11 su 20 gli oli declassati).

Oggi non vi parleremo però dei risultati del nuovo test (lo faremo prossimamente), ma vogliamo semplicemente esprimere tutta la nostra solidarietà ai colleghi del Salvagente con i quali condividiamo la necessità di difendere il diritto di fare informazione libera e trasparente in merito a ciò che portiamo in tavola (e non solo).

Ci auguriamo che il giornalismo d’inchiesta che continua a fare il Salvagente (ma anche noi di greenMe) nonostante le difficoltà, abbia lunga vita.

I cosumatori hanno diritto ad essere informati su cosa si nasconde davvero dietro l’industria alimentare, con tanto di nomi e cognomi, e chi produce questo tipo di informazioni ha il diritto di poterle condividere senza temere ritorsioni.

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Fonte: Il Salvagente

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