Cala Luna non è stata spazzata via dall’alluvione: si tratta di un “meccanismo millenario che plasma l’arenile a forma di mezzaluna”

Cala Luna è un’insenatura intagliata tra le falesie con al centro una striscia di sabbia finissima. Sorge nella foce del rio Illune, torrente che per millenni ha scavato un lungo canyon, la “codula di Luna”. L’acqua scorre lungo la gola per chilometri e alimenta un laghetto alle spalle della spiaggia. Quasi sistematicamente, la Cala viene completamente coperta dall’acqua. Ecco perché

Case allagate, voragini e frane nelle strade di campagna e la spiaggia di Cala Luna, perla del golfo di Orosei, per ora completamente cancellata. Sono le immagini che arrivano dalla Sardegna. Non solo Emilia Romagna, dunque, anche questo pezzo di terra interessato da piogge intense e devastanti. Ma come stanno realmente le cose a Cala Luna?

È Dorgali, il paese sulla costa sarda centro orientale che ha visto la più alta percentuale di pioggia caduta in una sola giornata: circa 255 millimetri. La sindaca Angela Testone dichiarerà lo stato di calamità naturale, ma a preoccupare nei paesi della costa baroniese è stato soprattutto l’ingrossamento del fiume Cedrino.

I sindaci della Baronia – di Galtellì, Irgoli, Onifai e Orosei – hanno sollecitato e ottenuto dal Consorzio di Bonifica l’apertura a mare della foce del fiume Cedrino, per evitare l’allagamento della piana nei territori dei quattro paesi.

Le condizioni della spiaggia di Cala Luna

Set nel ’74 di “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” di Lina Wertmüller, la spiaggia oggi appare completamente sommersa dall’acqua dopo le forti e intense piogge delle ultime ore, mentre video e foto fanno il giro del web e si grida al nuova devastazione. Che, attenzione!, visto tutto il resto non è che non ci sia, ma studiando qui e lì apprendiamo una cosa quanto mai inusuale.

Cancellata per sempre la spiaggia mozzafiato, in moltissimi oggi scrivono così.

Ma ad alleviare un po’ le preoccupazioni è il geografo Matteo Cara che sulla sua pagina Facebook ripubblica un suo post del 2020 in cui spiega cosa è accaduto a Cala Luna, con una foto scattata nel 2004 da Aldo Nieddu, esperto divulgatore:

La spiaggia di Cala Luna – scrive Cara – è il risultato del costante trasporto di sedimenti da parte della sua Codula, lunga oltre venti km, le cui acque alimentano uno dei maggiori complessi carsici italiani e in regime di piena riprendono il letto del fiume, altrimenti asciutto, giungendo fino al mare. Proprio quest’ultimo rimodella poi il cordone litoraneo configurando la spiaggia, il piccolo stagno retrodunale e l’allungarsi del cordone stesso in direzione dei grottoni a nord.

È un meccanismo millenario – continua Cara – che plasma ogni anno il bell’arenile a forma di mezzaluna e che si ripete periodicamente. In questi giorni girano allarmanti immagini della spiaggia distrutta, eppure, come testimonia questa foto, i processi naturali restituiranno questo gioiello come hanno sempre fatto, concedendola magari alla indegna gestione turistica che abbiamo visto quest’estate, con i natanti che sbarcavano direttamente in spiaggia.

Matteo Cara si riferisce ovviamente all’anno in cui non erano ancora entrare in vigore le regolamentazioni per gli accessi limitati in spiaggia.

Bene, ma non benissimo dunque: se per Cala Luna è questo un processo naturale, i danni che ora invece si contano ad Orosei, a Dorgali e nel resto dei paesi limitrofi a seguito di una quantità di pioggia abnorme è solo e soltanto frutto della crisi climatica in atto.

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