Il farmacista (e tutti gli altri enduristi) che stanno portando medicinali e viveri a chi è rimasto isolato dall’alluvione dell’Emilia Romagna

Alessandro Magnani e il gruppo Enduro Motor Valley con le loro moto raggiungono i posti più isolati per portare viveri e medicinali a chi è bloccato sulle colline

Ognuno cerca di fare la sua parte come può per l’Emilia Romagna messa in ginocchio da questa terribile alluvione. Tra i tanti c’è anche Alessandro Magnani, un farmacista di Fontanelice, nella provincia montanara tra Imola e Castel del Rio.

Magnani ha una passione: la moto da enduro. E ha deciso di farla fruttare nel modo migliore possibile, per dare una mano a chi ha perso tutto e si ritrova isolato a causa delle innumerevoli frane che hanno colpito le parti più collinari dell’Emilia.

Così, ancora vestito con la tuta da motociclista, dorme qualche ora a notte su una branda nei locali di servizio della sua farmacia che il nonno ha aperto nel 1911. Il resto del giorno lo passa in moto, insieme ai volontari del gruppo Enduro Motor Valley, in tutto un’ottantina.

Si sono messi a piena disposizione della protezione civile per raggiungere le zone più impervie dove anche gli elicotteri, soprattutto se c’è maltempo, faticando ad arrivare. Il serbatoio della sua Husqvarna 350 da enduro è sempre pieno per essere pronto a partire, perché le chiamate arrivano ad ogni ora.

Consegnare i farmaci è una vera e propria impresa

Alessandro, che è vicepresidente provinciale delle farmacie rurali di Federfarma, ha raccontato chi sono le persone più colpite:

La popolazione della vallata (che conta poco meno di 10.000 persone, alcune centinaia gli evacuati) ha un’età media molto alta e a volte ci sono farmaci salvavita da consegnare con urgenza dopo avere risalito ruscelli in piena, aggirato frane, percorso sentieri che non sono neanche segnati sulle mappe anche se appartengono alla storia di queste montagne che un tempo vivevano dell’economia legata alle castagne (i marroni) e all’allevamento.

Vallate lontane dai comfort della città e che lentamente si stavano ripopolando, ma ora si teme che si assista di nuovo al fenomeno inverso, ritrovandosi nuovamente desolate e con pochi abitanti. Già qualcuno sta facendo i bagagli per tornare nelle metropoli, anche perché qui la situazione è difficilissima:

La viabilità interna è saltata e sarà impossibile per molto tempo far ripartire attività agricole e turistiche. Un disastro immane: i più anziani dicono che nemmeno i loro vecchi avevano raccontato di qualcosa di così devastante. Ora molti degli anziani sono sfollati da parenti e amici o nelle strutture comunali e non so per quanto tempo e quanti di loro torneranno nelle loro abitazioni.

Nessuno pensa a fatica, stanchezza e pericolosità di quanto stanno facendo

E così Alessandro e chi come lui sta facendo il massimo per sostenere queste persone non ha un attimo di tregua. Davanti alla sua farmacia ci sono volontari che portano viveri ed abiti che vengono caricati sulle jeep o messi negli zaini dei motociclisti.

Al momento alla fatica, alla stanchezza ed anche alla pericolosità di raggiungere certi punti più impervi attraverso sentieri scoscesi, nessuno ci pensa seppur si sia ben consci della situazione drammatica:

Per 11 anni, con i ragazzi del gruppo, abbiamo recuperato centinaia di sentieri, sistemato frane, riaperto percorsi antichi. La protezione civile sa che conosciamo questi boschi come le nostre tasche, ma so già che troverò solo scenari di distruzione. Dovremo ripartire da capo e siamo pronti a farlo.

Le preoccupazioni principali ora sono per dunque il futuro, che appare più che mai incerto e difficile:

Ci sono cinque farmacie su un territorio molto vasto che rappresentano presidi a tutela della popolazione, ma restare aperti sarà assai arduo. Serviranno comunque aiuti molto ingenti per rimettere in piedi le attività

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