L'acqua potabile che bevono i cittadini lombardi ha un retrogusto amaro: quello degli Pfas. Queste pericolose sostanze sono state rilevate in circa il 20% dei campioni analizzati. Il problema era già noto da tempo alle autorità, eppure in tanti casi hanno taciuto...
![pfas lombardia](https://www.greenme.it/wp-content/uploads/2023/05/pfas-lombardia-mappa.jpg)
@Greenpeace Italia
Quando si parla dei controversi Pfas (sostanze perfluoroalchiliche) risulta quasi inevitabile pensare al Veneto, dove da anni genitori, scienziati, cittadini e attivisti stanno conducendo una dura battaglia contro l’inquinamento e a difesa della salute della popolazione. Ma c’è un’altra Regione settentrionale in cui il livello di contaminazione dell’acqua potabile è abbastanza allarmante, ovvero la Lombardia.
A metterci in guardia sulla presenza di queste sostanze chimiche altamente persistenti – impiegati numerosissimi prodotti di uso comune, dalle padelle antiaderenti ai capi d’abbigliamento – è una recente indagine condotta da Greenpeace Italia, associazione ambientalista che è riuscita ad ottenere i risultati di analisi fatte dai gestori e dalle autorità sanitarie lombarde su campioni di acqua destinata ad uso potabile.
Ciò che è emerso lascia con l’amaro in bocca: le tracce di PFAS sono state rilevate in quasi il 20% dell’acqua destinata al consumo umano analizzata dalle autorità a partire dal 2018. A rendere il quadro ancora più grave è il fatto che in gran parte deicasi le autorità erano al corrente da anni di questa contaminazione, eppure non sono state portate campagne informative rivolte alla popolazione, inconsapevole dei rischi a cui è stata esposta.
Grazie a questa campagna di trasparenza e di accesso all’informazione, per la prima volta è stato possibile visionare le analisi eseguite sugli acquedotti lombardi. – commenta Greenpeace – E il risultato è sconcertante: si può dire con certezza che sono migliaia i cittadini lombardi che, dal 2018, hanno inconsapevolmente bevuto acqua contenente PFAS, usata anche per cucinare o irrigare campi e giardini. Ma non solo: non si può escludere che queste contaminazioni stiano andando avanti tuttora.
Leggi anche: PFAS, la mappa delle zone e degli alimenti contaminati in Veneto. Sono molti di più di quanto si pensasse
Le città lombade dove l’acqua è maggiormente avvelenata da Pfas
Le analisi in questione sono state effettuate tra il 2018 e il 2022 su quasi 4000 campioni di acqua; di questi, 738 (il 18,9%) è risultato positivo alla presenza di queste sostanze chimiche, dannose per l’ambiente e per la salute (com’è ormai noto, sono associate a problemi alla tiroide, al fegato, al sistema immunitario e possono ridurre la fertilità).
Come chiarisce Greenpeace, il numero in questione è sottostimato, perché mancano all’appello diversi comuni, di cui mancano i dati del monitoraggio. Ciò significa che la portata dell’inquinamento da Pfas in Lombardia è sicuramente maggiore.
Ma quali sono le province lombarde in cui i livelli di contaminazione sono più preoccupanti? La maglia nera spetta alla provincia di Lodi, con l’84,8% dei risultati dei campioni ricevuti da Greenpeace Italia positivo alla presenza di PFAS; a seguire troviamo Bergamo e Como, rispettivamente con il 60,6% e il 41,2% dei campioni con tracce di queste sostanze.
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L’area milanese si attesta a metà classifica, con un quinto delle analisi positive. – specifica Greenpeace – Tuttavia, in termini di numero di campioni con presenza di PFAS, la provincia di Milano – dove a onor del vero sono stati fatti più campionamenti rispetto ad altre aree – ha il triste primato di averne rilevati 201, seguita dalla provincia di Brescia (149) e Bergamo (129).
Ecco la classifica per provincia:
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Per quanto riguarda i paesi e le città in cui l’acqua è maggiormente contaminata sul podio si piazzano Crema, Crespiatica (in provincia di Lodi) e Pontirolo Nuovo (in provincia di Bergamo). Ecco i primi 25 comuni che figurano nella “lista nera”:
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