Tra qualche anno bere una tazza di caffè potrebbe diventare davvero complicato, i dati sono allarmanti

Anche se l'aumento delle temperature globali dovesse mai limitarsi a 1,5°C, entro la fine del secolo i terreni adatti alla coltivazione del caffè si ridurranno di oltre il 50%: la crisi del clima, insomma, renderà il pianeta "drasticamente" meno adatto alla coltivazione del caffè, a tutto svantaggio delle popolazioni che su di esso traggono sostentamento

Il cambiamento climatico ridurrà la terra disponibile per il caffè del 54% entro il 2100, anche se le temperature globali dovessero mai mantenersi entro gli obiettivi concordati a livello internazionale.

Ad affermarlo è un nuovo rapporto dell’ente di beneficenza Christian Aid, secondo cui l’aumento delle temperature e le condizioni imprevedibili ridurranno le terre del mondo più adatte alla coltivazione del caffè, anche se le temperature globali dovessero aumentare entro 1,5-2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali.

Ciò avrà conseguenze devastanti per gli agricoltori che dipendono dal caffè per il proprio sostentamento in paesi come Brasile, Etiopia e Vietnam. E non solo: questa drastica riduzione delle coltivazioni influirà anche sul gusto e sul prezzo del caffè stesso.

 

I piccoli coltivatori di caffè vivono in prima linea nella crisi climatica, nonostante abbiano contribuito poco al problema del riscaldamento globale, afferma Patrick Watt, amministratore delegato di Christian Aid, l’agenzia di sviluppo internazionale responsabile del rapporto.

In che modo il caffè risente dei cambiamenti climatici?

L’aumento delle temperature, le precipitazioni abbondanti e irregolari, le malattie, la siccità, frane e alluvioni mettono a rischio, nemmeno a dirlo, i terreni agricoli.

La nostra esperienza è che in un anno in cui le piogge di inizio stagione sono state scarse o inesistenti, anche la fioritura del caffè è stata decisamente scarsa, afferma Mackson Ng’ambi, CEO della Mzuzu Coffee Cooperative in Malawi. Questa è ormai frequente.

Con condizioni meteorologiche estreme e disastri naturali sempre più frequenti, i coltivatori di caffè e altri agricoltori stanno diventando sempre più vulnerabili. Ciò è particolarmente vero nei Paesi in via di sviluppo, dove gli agricoltori sono spesso scarsamente compensati per i loro prodotti e gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire in modo più acuto.

Il Brasile e il Vietnam (che forniscono più della metà del caffè del Regno Unito) sono i Paesi che stanno registrando gli impatti maggiori. Il Vietnam ha riportato temperature record di oltre 44ºC all’inizio di questo mese e, secondo gli esperti del clima, tali condizioni meteorologiche estreme potrebbero continuare.

Ma anche la stessa produzione di caffè sta contribuendo alla crisi: coltivare un solo chilogrammo di caffè può produrre emissioni di gas serra equivalenti a 15,33 kg di anidride carbonica, secondo i ricercatori dell’University College London (UCL).

Il caffè diventerà più costoso con l’aumento delle temperature?

Sì, è probabile che l’aumento delle temperature influenzerà il prezzo del caffè nei prossimi anni.

Il prezzo globale del caffè dovrebbe tenere conto del fatto che gli agricoltori stanno facendo maggiori sforzi per mantenere un campo di caffè e quindi un aumento dei costi di produzione, afferma Mackson, che sostiene che l’aumento dei costi dovrebbe già essere trasferito ai consumatori.

Soluzione a tutto questo? Magari si potrebbe cominciare col cancellare i debiti insostenibili di molti Paesi produttori di caffè e liberare ulteriori risorse per affrontare il cambiamento climatico e la povertà.

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Fonte: Christian Aid

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