Attivisti per i diritti umani e contro il cambiamento climatico hanno preso di mira l’assemblea annuale degli azionisti del gigante automobilistico tedesco
Nella regione dello Xinjiang, nell’estremo nord-ovest della Cina, il lavoro puzza di schiavitù. È qui che il governo cinese avrebbe costruito decine di fabbriche solo destinate a sfruttare il lavoro forzato di persone appartenenti alla minoranza etnica degli uiguri, fortemente discriminate.
Ed è qui che, tra le altre, anche la Volkswagen detiene una fabbrica. Motivo per cui l’ultima assemblea annuale degli azionisti della casa automobilistica a Berlino, nei giorni scorsi, è stata interrotta dalle proteste degli attivisti di diversi gruppi, tra cui Letzte Generation e Scientist Rebellion.
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Un’attivista in topless con la scritta “Soldi sporchi” dipinta sulla schiena ha infatti interrotto il discorso del CEO Oliver Blume prima che fosse portata via dal personale di sicurezza, con tanto di torta lanciata all’indirizzio del presidente della Volkswagen, Hans Dieter Poetsch, e tanti cartelli con la scritta “End Uygher Forced Labour“.
Tra le accuse al colosso tedesco, le vendite di auto pianificate “oltre i limiti globali” e il controverso impianto nella regione dello Xinjiang.
Protestors threw an object at Volkswagen chairman Hans Dieter Poetsch at a shareholder meeting.
The activists were protesting the carmaker's plant in China's northwestern Xinjiang region, reflecting similar investor concerns over claims of human rights abuses in the region.… pic.twitter.com/QxZB3DfMvr
— In Context (@incontextmedia) May 11, 2023
Di cosa gli attivisti accusano Volkswagen
Queste azioni sono un messaggio contro lo sfruttamento e la distruzione operati dal gruppo in nome dei dividendi degli azionisti – hanno dichiarato gli attivisti.
La loro è una chiara protesta diretta a far comprendere come Volkswagen abbia in qualche modo contribuito al lavoro forzato degli Uiguri nella provincia dello Xinjiang, proprio dove la casa di automobili gestisce una fabbrica.
In passato Volkswagen ha comunque negato più volte di essere coinvolta in queste violazioni dei diritti umani. E anche oggi l’azienda si è detta “aperta al dialogo”, invitando le parti interessate e le organizzazioni per la protezione ambientale “a discutere”.
VW must end its complicity in slave labor that echoes its own dark past@volkswagen was a pioneer in using forced labor for Nazi industry@VW filled its factories with "eastern workers" and Jews. Its Fallersleben facility was even a subcamp of the Neuengamme concentration camp. https://t.co/mgrizK5pJm
— Uyghur Human Rights Initiative at GW Law (@gwuhri) May 9, 2023
Non solo: la polizia ha anche fermato un tentativo da parte dei manifestanti per il clima di incollarsi a terra sulla piazza. La richiesta? Ridurre la propria impronta di carbonio.
Eure Profite sind unsere Verluste.#TheScienceIsClear , wir müssen drastisch CO2 Ausstoß und Ressourcenverbrauch reduzieren und #VW plant Millionen Autoverkäufe über dem 1,5 Limit.
Wir sind vor der VW Hauptversammlung der Aktionäre, und bringen die Fakten. pic.twitter.com/9wG1Ryayz6
— @scientistrebellion_GER@climatejustice.global (@SciReb_Germany) May 10, 2023
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Fonte: Letzte Generation
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