Caro affitti: per gli studenti che protestano nelle tende arriva il “contentino” del Governo, sbloccati 600 milioni per gli alloggi

Senza casa, senza futuro: è questo lo slogan che accompagna la protesta degli studenti che in questi giorni hanno piantato tende davanti alle università delle principali città italiane. Mentre il Governo ha sbloccato i fondi destinati agli alloggi, l'ondata di dissenso si estende a macchia d'olio perché

Trovare una stanza a un costo accettabile in città come Roma, Milano o Bologna è diventata un’impresa praticamente impossibile. I fuorisede si ritrovano a sborsare dai 400 ai 500 euro al mese (in alcuni casi pure di più), fra affitto e spese. Così tanti giovani sono dissuasi dall’idea di proseguire gli studi e rinunciano ai loro sogni. Troppi i sacrifici economici da fare per loro e le loro famiglia: quel diritto allo studio, che dovrebbe essere garantito a tutti, diventa un lusso.

Ragazze e ragazzi stanno vivendo una situazione frustrante, che non sono più disposti a tollerare. Per uscire dall’ombra e far sentire la loro voce contro il caro affitti proprio in questi giorni diversi studenti hanno deciso di accamparsi nelle tende di fronte alle principali università italiane. Il loro slogan è: senza casa, senza futuro. 

Tutto è partito da Ilaria Lamera, studentessa bergamasca, che ha montato la sua tende all’estero del Politecnico di Milano. L’idea è stata apprezzata da tanti altri coetanei, che hanno fatto lo stesso alla Sapienza di Roma, ma anche a Bologna, Firenze, Cagliari e altre città. Da Nord a Sud, la protesta si sta estendendo a macchia d’olio di giorno in giorno perché quello degli affitti da capogiro è diventato un problema presente un po’ ovunque.

Dormire in una tenda sta diventando l’unica scelta economicamente accessibile a molt* di noi. – spiega il movimento Unione degli Universitari – Da Torino fino a Cagliari le nostre richieste sono chiare: servono risposte strutturali all’emergenza in corso, un reale investimento in diritto allo studio e una calmierazione degli affitti su scala nazionale.

La mobilitazione ha attirato l’attenzione di vari rettori ed esponenti istuzionali e politici. Fra questi Antonella Polimeni, rettrice de La Sapienza, che ha espresso la sua solidarietà nei confronti degli studenti esasperati.

Conosciamo bene le criticità – ha affermato la rettrice – e siamo coscienti delle problematiche che la crisi abitativa porta sul diritto allo studio, soprattutto tra le ragazze e i ragazzi con redditi più bassi. Sin dall’inizio del mio mandato, ho fatto quanto nelle mie possibilità per promuovere attività concrete per mitigare le difficoltà presenti.

In base a quanto riferito, i progetti di edilizia universitaria in cantiere garantiranno oltre 400 posti alloggi nei prossimi mesi sul territorio della capitale. Inoltre, grazie ai fondi del Pnrr dovrebbero essere messi a disposizione degli studenti fino a 105mila nuovi posti letto in tutta Italia.

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Quei fondi sbloccati (che non basteranno)

Ma le parole, per quanto confortanti, non bastano. Gli studenti fuorisede chiedono gesti concreti. Per questo motivo i giovani de La Sapienza hanno chiesto un tavolo con gli atenei e la Regione per affrontare l’emergenza abitativa.

Nel frattempo, a seguito di un’interlocuzione con la Commissione europea da Palazzo Chigi è arrivata la notizia dello sblocco di 660 milioni previsti dal 2022 per gli alloggi universitari.

Insomma, qualcosa inizia a muoversi, ma per superare la crisi abitativa legata al caro affitti e alla mancanza di agevolazioni e residenze per studenti serve un maggiore impegno da parte dello Stato. Le vie da percorre sono tante: da una partnership fra pubblico e privato con un taglio delle spese per i proprietari delle case alla riconversione di immobili inutilizzati.

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Fonti: Governo/UDU

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