Sono migliaia di animali caricati incessantemente sulle navi per finire nei macelli degli altri Paese. In Brasile, tra i leader delle esportazioni di carne bovina, un tribunale federale ha emanato una sentenza per vietare definitivamente questo crudele trasporto
Niente più animali vivi caricati nei porti del Brasile e spediti all’estero per essere macellati, in lunghissimi ed estenuanti viaggi della morte. Questo è quanto stabilito da pochissimo da un tribunale federale del Paese, tra i leader del settore. La storica sentenza, accolta dagli animalisti con immensa gioia e speranza, porta la firma del giudice Djalma Moreira Gomes della 25a Corte civile federale di San Paolo.
Il provvedimento intende mettere fine alle infinite sofferenze causate al bestiame da questo tipo di trasporto. È scientificamente provato che questi massacranti viaggi verso i macelli di altri Paesi provochino negli animali altissimi livelli di stress in tutto l’itinerario.
Le condizioni degli animali che giungono a destinazione finale sono allarmanti, con un elevato tasso di mortalità. Gli ambienti in cui questi sono ammassati per ore e ore risultano il più delle volte inadeguati. A bordo, come anche sulla terraferma, mancano i controlli tali da garantire il rispetto degli standard di benessere animale.
Le cose devono cambiare e questo tribunale brasiliano sta provando a farlo. Nell’atto emanato dal magistrato si legge che:
gli animali non sono cose. Sono esseri viventi senzienti, cioè individui che sentono la fame, la sete, il dolore, il freddo, l’angoscia, la paura. Un cane non è una sedia, un bue non è un sacco di patate , nemmeno sabbia. Per questo motivo, l’evoluzione della civiltà ha fatto sì che gli animali smettessero di essere solo oggetti di diritto e diventassero soggetti di diritto.
Che il Brasile non diventi l’ultimo Paese a rispettare effettivamente i diritti di animali non umani, ma che sia in prima linea nell’abolire i trattamenti inappropriati e nell’eradicare tutti i tipi di crudeltà verso gli animali”
L’azione, intentata dal Fórum Nacional de Proteção e Defesa Animal, chiede il divieto di esportazione del bestiame da ogni porto del Paese, in particolare dai principali di São Sebastião, Vila do Conde e Rio Grande. Già in passato le attività di esportazione di animali vivi erano state temporaneamente sospese, adesso è tempo di passare alla messa al bando definitiva. La sentenza, come si ricorda, può essere però ancora impugnata.
Questa sentenza non ha effetto nell’immediato poiché la sospensione dell’ingiunzione che è in corso di elaborazione da parte del TRF 3 è ancora in attesa di giudizio. Ci auguriamo che la misura venga mantenuta in modo che il Brasile possa mettere fine una volta per tutte a questa attività crudele e vergognosa, ha dichiarato il legale dell’organizzazione.
Speriamo che il Brasile non perda quest’occasione per compiere un primo importantissimo passo nella tutela degli animali da allevamento. Anche in Italia l’associazione Animal Equality ha lanciato una petizione per vietare l’esportazione di animali vivi verso Paesi terzi e i viaggi a lunga distanza all’interno dell’Unione europea. (Leggi anche: Trasporto animali vivi: è ora di vietare gli estenuanti viaggi della morte in Italia e in Europa (petizione))
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Fonte: Consultor Juridico
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