DJ3: 2 anni fa il trasferimento dell’orsa rinchiusa per 11 anni nel recinto del Casteller di Trento

Due anni fa l'orsa DJ3, figlia di Joze e Daniza, veniva trasferita nel silenzio generale in Germania dopo aver scontato la sua prima condanna: 11 anni di prigionia nel centro del Casteller di Trento. Da allora la situazione degli orsi in Trentino non è purtroppo migliorata

Sono passati due anni da quando DJ3, l’orsa figlia di Daniza e Joze, è stata spedita in Germania nel cuore della notte dopo una reclusione infinita nel Casteller. Nel Centro Vivaistico Forestale della Provincia autonoma di Trento DJ3 è stata imprigionata per 11 anni prima di andare incontro a un destino non meno terribile.

Pur non avendo mai fatto del male a nessuno, l’orsa era stata dichiarata problematica e pericolosa. La sua colpa: la predazione di pecore nel comune di Spiazzo Rendena. Per lei era scattato il mandato di cattura con la possibilità di finire in uno zoo italiano.

Nel mentre ha trascorso oltre un decennio in prigione, in una delle gabbie di acciaio e cemento del Casteller dove nel 2021 gli attivisti del comitato Assemblea Antispecista hanno documento le terribili condizioni in cui venivano tenuti gli orsi. Poi il trasferimento all’estero per offrire al plantigrado una vita migliore nel parco Alternativer Bärenpark Worbis, nello Stato federale tedesco della Turingia.

Qui DJ3 è arrivata poco dopo la festa della Liberazione, ma per lei di libertà nemmeno l’ombra. Stando a quanto denunciato dal collettivo Assemblea Antispecista, DJ3 sarebbe stata spostata successivamente in un parco zoo piuttosto distante dalla prima struttura. Qui fungerebbe da attrazione turistica, confinata in uno spazio più piccolo di quello del Casteller.

Lo spazio a disposizione di ogni singolo animale sarebbe circa un terzo di quello dichiarato: uno spazio ancora più piccolo di quello in cui DJ3 ha vissuto durante quasi tutti i 10 anni della sua cattività al Casteller di Trento, prima dell’arrivo di M57 ed M49 – hanno affermato gli attivisti di Assemblea Antispecista e del Centro sociale Bruno – Questi possono essere forse considerati spazi accettabili per animali nati in cattività, ma sono intollerabili per animali nati e cresciuti liberi, abituati a percorrere quotidianamente grandissime distanze”

Una condanna durata oltre 10 lunghissimi anni, tutti trascorsi in un recinto, e poi ancora un’altra, ma questa volta a vita perché questa è la soluzione scelta per DJ3, lontano dal Trentino ma sempre in una gabbia.

Lei e l’altro cucciolo orfano di Daniza, uccisa dai narcotici durante le operazioni di cattura, sono stati privati della loro mamma e di tutti i preziosi insegnamenti che questa avrebbe potuto trasmettere loro nel tempo. Ora che la storia sembra ripetersi con un’altra mamma orsa rinchiusa al Casteller, JJ4, c’è molta preoccupazione per i suoi 3 piccoli.

Secondo gli etologi gli orsetti sopravviveranno, ma vanno monitorati e protetti per evitare che facciano la stessa fine dei loro simili. Le decisioni prese finora per la gestione dei plantigradi dimostrano che gli errori passati possono ripetersi ancora e ancora.

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