Benché non avesse mai mostrato atteggiamenti aggressivi, anche per M62 era scattata la condanna a morte - ma forse i bracconieri hanno anticipato l'esecuzione
Un altro orso trovato morto in Trentino Alto Adige, probabilmente vittima della crudeltà umana. La carcassa dell’orso M62 è stata ritrovata nelle scorse ore in una zona impervia tra il lago di Molveno e San Lorenzo Dorsino, in avanzato stato di decomposizione, da alcuni escursionisti.
A comunicarlo sono state le autorità della Provincia Autonoma di Trento con un comunicato. L’identità dell’orso è stata confermata dalla presenza delle marche auricolari che l’orso portava dallo scorso 2021.
Per comprendere le cause della morte bisognerà attendere gli esiti dell’autopsia, che sarà condotta nelle prossime ore dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie.
Chi era M62
M62 era un orso maschio piuttosto giovane: nato nel 2018, era fratello di M57 – un orso che nel 2020 aggredì una persona ad Andalo (sempre in provincia di Trento) e che oggi vive in un’area protetta in Ungheria.
Insieme a JJ4 e MJ5, era nell’elenco degli orsi considerati “pericolosi” per gli esseri umani dalla Provincia Autonoma di Trento, e anche per lui era scattato l’ordine di esecuzione capitale.
Questo nonostante non abbia mai mostrato comportamenti aggressivi o violenti nei confronti delle persone, né si sia mai reso autore di azioni distruttive in prossimità dei centri abitati.
Perché allora questa condanna? Secondo le autorità locali, negli scorsi mesi avrebbe mostrato comportamenti particolarmente confidenti nei confronti delle vicine comunità umane e tanto era bastato a far scattare la condanna.
L’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) non esclude che questa morte non sia altro che un atto di bracconaggio illegale condotto da uno o più cittadini, come conseguenza della campagna di odio rivolta agli orsi.
Per evitare che la condanna a morte fosse eseguita, due rifugi per animali all’estero si erano resi disponibili ad accogliere M62 per permettergli di iniziare una nuova vita.
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Fonte: Provincia Autonoma di Trento
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