“Santorini sarà travolta da un’eruzione vulcanica, è solo questione di tempo”, l’allarme dei geologi che fa paura

Il vulcano Kolumbo è un osservato speciale: al momento è tranquillo, ma se si risvegliasse potrebbe causare un’eruzione – e un conseguente tsunami – tale da spazzare via Santorini

Tutti conosciamo Santorini, isola greca meta di turismo da tutto il mondo. Le sue bellezze sono uniche. Ovunque si guardi a Santorini, ci si ricorda di essere su un vulcano. I paesaggi lunari, le spiagge nere e rosse, i ciottoli fatti di lava solidificata.

E non a caso, in quanto Santorini è il risultato della violenta storia vulcanica dell’area ed è stata creata da una delle più grandi eruzioni mai avvenute, circa 3.600 anni fa. L’esplosione fu così potente da distruggere l’antica città di Santorini, Akrotiri, e da infliggere un colpo mortale alla civiltà marinara minoica, che all’epoca si era stabilita sull’isola.

Il problema è proprio qui: secondo i geologi è solo questione di tempo prima che uno scenario simile avvenga di nuovo. Un’eruzione vulcanica potrebbe infatti prima o poi travolgere Santorini, spazzandola via.

L’allarme è così concreto che già nel 2020 l’agenzia di protezione civile greca ha svelato un piano di 185 pagine per affrontare le conseguenze di una possibile attività vulcanica di Santorini.

Il vulcano Kolumbo: è lui l’osservato speciale

Ma partiamo dall’inizio. Per quale motivo tutto ciò potrebbe avvenire? Santorini fa parte dell’Arco Vulcanico Ellenico, uno dei più importanti campi vulcanici d’Europa che ha visto oltre 100 eruzioni negli ultimi 400.000 anni.

Il vulcano sottomarino più attivo e potenzialmente pericoloso del Mediterraneo orientale, il Kolumbo, si trova a 3 km a nord-est di Santorini e fa parte dello stesso sistema vulcanico. Sommerso nel Mar Egeo, il Kolumbo è silenzioso da quasi 400 anni, ma non è spento.

L’ultima volta che ha eruttato, nel 1650, ha ucciso 70 persone e ha scatenato uno tsunami di 12 metri. Sono stati registrati forti terremoti e scosse di assestamento, oltre a gas tossici e pennacchi di fumo. È il suo risveglio che gli scienziati temono: sanno che l’esplosione del Kolumbo potrebbe causare grandi danni e per questo lo stanno monitorando costantemente.

Tutte le spedizioni effettuate per monitorare la situazione

Tra le tante spedizioni organizzate per tenerlo sotto controllo, c’è quella della JOIDES Resolution. È una delle più grandi navi da ricerca statunitensi e si è recata a Santorini per la sua prima missione nel Mediterraneo tra dicembre 2022 e febbraio 2023.

La nave ha portato nell’area un intero laboratorio galleggiante ed è stata in grado di trivellare a oltre 8.000 metri sotto la superficie del mare. Grazie a lei i ricercatori hanno raccolto sedimenti mai raggiunti prima per cercare di ricostruire la storia del vulcanismo dell’area.

I risultati – i primi rapporti sono attesi per la fine dell’anno – dovrebbero aiutare gli scienziati non solo a prevedere le eruzioni future, ma anche a rivelare il comportamento di altri vulcani attivi in tutto il mondo che rappresentano una minaccia per milioni di persone che vivono nelle loro vicinanze. Si stanno studiando inoltre i legami tra terremoti e vulcani.

La spedizione JOIDES Resolution non è il primo studio importante dell’area. Evi Nomikou, oceanografa geologica presso l’Università di Atene, ha spiegato che le condizioni estreme a lungo studiate trovate a Kolumbo hanno indotto la NASA a finanziare una spedizione innovativa nel 2019.

E così si è scoperto come sul fondo del suo cratere ci sia “un oceano extraterrestre con forme di vita che si possono trovare su altri Pianeti”. L’ambiente ostile, con le sue bocche idrotermali attive che sprizzano acqua calda e minerali, è servito come terreno di prova ideale per le nuove tecnologie all’avanguardia che utilizzano veicoli subacquei autonomi.

Un altro studio recente ha anche scoperto una camera magmatica precedentemente non rilevata sotto Kolumbo. Gli scienziati ritengono che questa camera possa essere la chiave per comprendere l’attività sismica di questa regione.

Al momento la situazione è tranquilla

Con questi risultati alla mano, i geologi che stanno monitorando attentamente il Kolumbo hanno avvertito che si potrebbe verificare di nuovo una grande eruzione. Quando ciò avverrà, il vulcano potrebbe produrre una colonna eruttiva alta decine di chilometri e scatenare anche uno tsunami.

L’aumento dell’attività di circa 10 anni fa ha destato preoccupazione, ma da allora si è attenuato. Per il momento, dunque, il piano per affrontare le conseguenze di un’eventuale attivazione del gruppo vulcanico di Santorini è pronto, ma è ancora nel cassetto. Del resto il “tempo” negli anni della geologia può essere molto lento e non ci sono conferme di quando ciò avverrà.

Santorini potrebbe quindi un giorno essere nuovamente sepolta da uno strato di cenere, ma nel frattempo, dato che il vulcano è tranquillo, i turisti si preparano a godersi un altro splendido tramonto davanti a un bicchiere di assyrtiko.

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