“Non è inclusiva”: perché la Barbie con sindrome di Down è la più criticata di sempre

Mattel ha fatto uscire la prima Barbie Down, con caratteristiche che ricordano le persone affette da questa sindrome. Tuttavia l’iniziativa ha suscitato non poche polemiche sul web

La compagnia di giocattoli Mattel ha lanciato sul mercato la prima Barbie con sindrome di Down. Da tempo il gigante statunitense sta cercando di fare dell’inclusione un cavallo di battaglia, ad esempio con l’introduzione della Barbie “Curvy”, della bambola non udente, di quella sulla sedia a rotelle o ancora di quella con una protesi alla gamba.

Mattel ha fatto sapere di aver lavorato con la National Down Syndrome Society (NDSS) per assicurare che la bambola rappresentasse in maniera accurata una persona con la sindrome di Down. Per l’occasione, ad esempio, la Barbie indossa una collana rosa con tre frecce, simbolo del terzo cromosoma 21, quello che causa la sindrome.

Sul vestito, invece, sono presenti le tonalità del blu e giallo, che rappresentano la consapevolezza sulla sindrome di Down. I fiori si intervallano con farfalle, che sono l’emblema di questa sindrome.

Le caratteristiche della Barbie con sindrome di Down

La bambola con sindrome di Down ha una struttura corporea più corta, il busto più lungo e il viso più rotondo, con le orecchie più piccole e la forma degli occhi che caratterizza le persone Down. Fa parte della linea nota come Barbie Fashionistas, in cui Mattel ha voluto essere più attenta alle diversità. Il marchio ha dichiarato:

Il nostro obiettivo è consentire a tutti i bambini di vedersi in Barbie, incoraggiandoli anche a giocare con bambole che non assomigliano a loro.

Il gigante dei giocattoli si è anche soffermato sulle ortosi rosa sulla caviglia e sul piede di Barbie, cui sono stati applicati dispositivi ortopedici per migliorare le funzioni mobili del corpo ed evitare movimenti pericolosi.

Nella descrizione data dal prodotto si legge come si abbinino “perfettamente al suo outfit e la sostengono mentre cammina”. Inoltre ha sneakers bianche dotate di zip, per indossarle e toglierle con facilità.

Barbie down

@Mattel

Tante le polemiche sull’iniziativa

“La rappresentazione conta”, dicono alcuni. Ma non tutti sono d’accordo con questa operazione che si veste di inclusività: la Barbie con sindrome di Down a qualcuno non è proprio piaciuta e sui social sono montate le polemiche. Seppur applaudendo la decisione, un genitore si è concentrato proprio sulle ortosi e ha commentato:

Avendo una figlia con la sindrome di Down, sono felice di questa bambola che spero di poter avere, ma le ortosi? Non tutte le persone con sindrome di Down ne hanno una! È un po’ riduttivo credo.

O ancora c’è chi si è chiesto se in questo modo non si accentuino ancora di più le disabilità.

Non mi sembra una grande idea…in questo modo non si accentua ancora di più una disabilità? Perché rimarcare un qualcosa che potrebbe passare come normalità se nessuno la rimarcasse?

Ma non è che l’inclusione a ogni costo, alla fine, sortirà effetti opposti?

Per quanto io mi sforzi, non riesco proprio a capire perché una bambina portatrice di handicap (uno qualsiasi) dovrebbe desiderare giocare con una bambola che gli ricordi la propria disabilità e, allo stesso modo, non capisco perché una bambina normodotata dovrebbe giocare con una Barbie portatrice di handicap!

Molti hanno trovato quella di Mattel una trovata più di marketing che di vera e propria inclusività. Un utente ha sostenuto:

Pretendere che una bambola promuova l’inclusione lo trovo un po’ azzardato.

Altri ancora, infine, hanno ritenuto che la Barbie in questione avesse poco o nulla a che fare con una persona Down:

Bella iniziativa, ma la Barbie tutto sembra tranne che avere la sindrome di Down.

Dall’altra parte c’è l’opinione a favore di un volto noto, Luca Trapanese, padre single di una bambina Down di nome Alba che ha adottato nel 2018. Secondo Trapanese, si tratta di un “giorno speciale per Alba e per i bambini come lei“.

Trapanese ha parlato di un “regalo incredibile per tutti” e ha raccontato come Alba si sia subito riconosciuta nella nuova Barbie. Per questo ha ringraziato Mattel per la sua intuizione dal grande valore sociale.

Se dunque c’è chi la critica tanti, come Trapanese, sono a favore di questa iniziativa e l’hanno accolta come una vera svolta nel mondo dei giocattoli per bambini.

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Fonte: Mattel

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