La stagione delle nascite dei caprioli è arrivata: se vedi un cucciolo da solo, non toccarlo

Siamo ormai arrivati alla stagione delle nascite dei caprioli. I piccoli stanno per venire al mondo, non tocchiamoli e non "soccorriamoli" se ne intravediamo uno nascosto tra l'erba. Non è stato abbandonato dalla sua mamma. Se invece fosse così, contattiamo un CRAS

Siamo ormai a maggio ed è ormai iniziata la stagione delle nascite dei caprioli. Nella primavera inoltrata, generalmente da metà maggio a metà giugno, le femmine mettono al mondo uno o due cuccioli.

Passeggiando in un sentiero naturalistico potremmo scorgere un cucciolo di capriolo e chiederci cosa ci faccia lì, tutto solo soletto. È stato abbandonato dalla mamma? È in pericolo? Nella maggior parte dei casi la risposta è no.

I piccoli caprioli, a differenza di altre specie, non seguono le loro mamme nella prima fase di vita, ma attendono il loro ritorno accovacciati tra l’erba alta o i cespugli. Si mimetizzano con il loro manto, rimanendo immobili e aspettando che la madri si ricongiungano a loro per allattarli più volte al giorno.

Ma come mai le femmine di capriolo si comportano in questo modo? Lo fanno per proteggere i loro piccoli dai predatori e altri pericoli. In questo momento così delicato si registra infatti una elevata mortalità tra i cuccioli. Oltre a dinamiche naturali, molti sono i cuccioli che non sopravvivono perché “soccorsi” inconsapevolmente dagli escursionisti.

Spinti dal senso di dover aiutare, i giovanissimi caprioli vengono raccolti e allontanati dalla loro mamma e dalla sua casa. Questa pratica è del tutto sbagliata e, come abbiamo detto, può portare alla morte dell’animale. Se vedi un capriolo rannicchiato tra l’erba, allora evita qualunque contatto come il prelievo o il recupero del piccolo.

Non è un orfano, la loro madre sarà nei paraggi e attende che ci allontaniamo. Se invece tocchiamo il piccolo, lì mamma capriolo potrebbe abbandonarlo come successo a un cucciolo in Piemonte.

Se il piccolo dovesse essere ferito e la situazione richiede l’intervento, allora puoi mettersi in contatto con un CRAS, centro di recupero della fauna selvatica. Sul territorio ve ne sono tantissimi operativi e pronti a fornire informazioni e consigli utili per la tutela degli animali selvatici.

Ricordiamoci che il fai da te, nei boschi, in città o in casa nostra, è sempre sconsigliato a meno che non si abbiano le competenze e le conoscenze che ciascuna situazione richiede. Nulla avviene per caso in natura.

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