Le specie viventi costiere hanno colonizzato le isole di plastica in mezzo agli oceani: lo studio

I ricercatori hanno dimostrato come le specie costiere siano riuscite a colonizzare le masse di rifiuti che galleggiano negli oceani

Le isole costituite da rifiuti plastici, che galleggiano nelle acque oceaniche di tutto il mondo, ospitano nutrite colonie di esseri invertebrati finora osservati solo nelle aree costiere, sulla terraferma.

È quanto hanno dimostrato i ricercatori dell’Università delle Hawaii con uno studio recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Nature Ecology and Evolution.

I ricercatori hanno analizzato i rifiuti plastici che si trovano nel vortice subtropicale del Pacifico settentrionale orientale, all’interno di una vera e propria “isola di plastica” nota come Pacific Garbage Patch.

Su oltre il 70% dei rifiuti analizzati, sono stati trovati invertebrati finora presenti solo sulle coste. Ma non solo: i rifiuti trasportavano addirittura più specie costiere che specie oceaniche.

Si tratta di specie viventi che gli scienziati conoscevano già da tempo, ma si ignorava che questi invertebrati potessero sopravvivere anche nell’oceano aperto.

Questa scoperta suggerisce che i confini biogeografici del passato tra gli ecosistemi marini, stabiliti per milioni di anni, stanno cambiando rapidamente a causa dell’inquinamento da plastica galleggiante che si accumula nei vortici subtropicali – ha affermato Linsey Haram, fra gli autori dello studio.

I dati appena raccolti sono la prova lampante di quanto l’impatto umano, anche in termini di rifiuti, stia provocando profondi mutamenti nell’ambiente circostante e negli altri esseri viventi, con conseguenze non ancora del tutto comprese.

Il nostro studio sottolinea il grande divario di conoscenza e la comprensione ancora limitata degli ecosistemi oceanici aperti in rapida evoluzione – ha affermato il coautore dello studio, Gregory Ruiz. – Ciò evidenzia la necessità di un notevole miglioramento dei sistemi di osservazione in alto mare, comprese le misurazioni biologiche, fisiche e dei detriti marini.

Per questo studio, i ricercatori hanno analizzato 105 campioni di plastica raccolti dall’organizzazione no-profit The Ocean Cleanup durante le spedizioni del 2018 e del 2019 all’interno del vortice subtropicale del Pacifico settentrionale.

Sui campioni analizzati sono stati trovate 37 diverse specie di invertebrati che normalmente vivono nelle acque costiere – un numero più che triplo rispetto a quello delle specie che vivono in mare aperto e che gli scienziati si aspettavano di trovare.

Non è stata solo la varietà di specie a sorprendere i ricercatori, ma anche la facilità con cui le specie costiere hanno colonizzato nuovi oggetti galleggianti, riuscendo addirittura a riprodursi.

I nostri risultati suggeriscono che gli organismi costieri ora sono in grado di riprodursi, crescere e persistere nell’oceano aperto, creando una nuova comunità che prima non esisteva, sostenuta dal vasto mare in espansione di detriti di plastica – spiega ancora Gregory Ruiz

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Fonte: Nature Ecology & Evolution / University of Hawaii

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