Neonato affidato alla Culla per la Vita a Milano: “Mamma mi vuole bene, ma non può tenermi”

Il piccolo si chiama Enea, ha qualche giorno di vita e gode di ottima salute. Presto ci sarà la possibilità di adottarlo, ma i medici sperano che la mamma possa tornare sui suoi passi

Si chiama Enea il neonato affidato alle cure del Policlinico di Milano attraverso la struttura “Culla per la Vita” proprio nel giorno di Pasqua.

Il piccolo, di pochi giorni appena, pesa 2,6 chilogrammi e sta bene. È stato subito accudito dagli specialisti del reparto di Neonatologia alla Clinica Mangiagalli del Policlinico milanese, dove sta seguendo i controlli di routine.

Enea è stato lasciato nella Culla alle 11:40 di ieri, domenica 9 aprile: era pulito, vestito e avvolto in una coperta. Accanto a lui è stata trovata anche una lettera scritta dalla mamma in cui è riportato il nome del piccolo e il suo stato di salute generale.

Nella lettera si specifica anche il fatto che il bambino sia nato in ospedale, perché la mamma voleva accertarsi che tutto fosse andato per il verso giusto. Il messaggio si conclude in modo molto triste: malgrado tutto l’amore che la mamma dice di provare per Enea, non può occuparsene come vorrebbe.

Per il momento, Enea è coccolato da medici e infermieri della clinica, che se ne stanno occupando giorno e notte. Presto saranno rese disponibili informazioni circa la sua adozione, ma il personale della struttura spera ancora che la madre possa farsi viva e ricongiungersi con il piccolo.

Vivo questo evento come una sconfitta a livello sociale, perché in qualche modo non siamo stati in grado di intercettare una madre in grande difficoltà – afferma Fabio Mosca, direttore della Neonatologia del Policlinico di Milano. – Madre che, qualora ci ripensasse, siamo pronti ad accogliere e ad assistere.

Che cos’è la “Culla per la Vita”

I motivi che possono mettere una madre nella dolorosa condizione di doversi separare dal proprio bambino sono diversi, ma la legge italiana garantisce sempre la possibilità di partorire in anonimato in ospedale e di non riconoscere il figlio: questo garantisce la giusta assistenza sanitaria sia alla mamma che al piccolo.

Esistono poi strutture extraospedaliere in cui è possibile lasciare il proprio figlio, certe che ci sarà qualcuno ad occuparsi del neonato. Una di queste è la “Culla per la Vita”, dove ieri è stato lasciato il piccolo Enea.

Inaugurata nel 2007, si tratta di una struttura connessa alla Clinica Mangiagalli in cui le madri possono lasciare il neonato in completo anonimato e in assoluta sicurezza per il piccolo.

La Culla per la Vita permette di accogliere in totale sicurezza un bimbo che i suoi genitori non possono purtroppo tenere con sé – commenta Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano. – È una decisione drammatica, ma la Culla consente di affidare il piccolo ad una struttura dove gli sono garantite cure immediate e che preserva l’assoluto anonimato per i genitori.

La “culla” non è altro che una piccola struttura in muratura, costituita da un vano con accesso diretto all’esterno del complesso ospedaliero, dotata di diversi sistemi di controllo e sicurezza per garantirne il corretto funzionamento in ogni condizione.

Una tapparella automatica separa la culla dall’esterno, proteggendola in un ambiente termoisolato tenuto a temperatura costante. La tapparella si apre premendo un bottone che, oltre a permettere di accedere al vano, allerta il personale medico presente nel reparto di Neonatologia.

Dall’inaugurazione a oggi, Enea è il terzo piccolo affidato alle cure ospedaliere attraverso la “Culla per la Vita”: negli anni scorsi (2012 e 2016) altri due bambini erano stati lasciati lì – Mario e Giovanni.

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Fonte: Policlinico Milano / Unità Mangiagalli

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