Niente cambio acqua nelle piscine di Siena e Grosseto, arrivano i primi divieti anti-siccità

Vietare l’uso di acqua potabile per riempire le piscine è una decisione che ha le sue ragioni e che, anzi, andrebbe estesa ad altri territori. Certo è, però, che non basta a risolvere la crisi idrica e che, posta così, scontenta chi vive di ricezione

Tutelare la risorsa idrica è tutelare il futuro. Non siamo più di fronte a un’emergenza ma a un cambiamento climatico costante e continuativo con cui l’intera società è chiamata a confrontarsi”. Con queste parole il presidente dell’Acquedotto del Fiora, in Toscana, Roberto Renai, annuncia una stretta sull’utilizzo di acqua potabile nelle piscine delle strutture ricettive per contrastare la grave crisi idrica.

In pratica, dal primo giugno al 30 settembre nei Comuni serviti dall’Acquedotto del Fiora, che si trovano per la maggior parte nelle province di Siena e Grosseto, non si potrà ricorrere all’acqua della rete idrica per riempire le piscine.

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I gestori degli agriturismi potranno cioè farlo fino al 31 maggio, poi non sarà loro concesso fare i classi rabbocchi fino al 30 settembre. In linea generale, il ricambio giornaliero di acqua è tra l’1 e il 2% della quantità presente in una piscina, utile sia per fronteggiare la naturale evaporazione, sia e soprattuto per mantenere pulita la piscina. Facendo un rapido calcolo, dunque, in quattro mesi di solito serve una quantità di acqua pari a una piscina e mezza.

Non ci stanno gli agriturismo

Dicono ovviamente la loro dalla CIA – Agricoltori italiani.

In pratica l’acqua con cui si riempie la piscina a fine maggio, dovrà restare la stessa fino ad ottobre, senza possibilità di approvvigionamento da acquedotto pubblico per il consueto rabbocco o riempimento. Inoltre, l’obbligo di svuotamento annuale delle piscine private ad uso collettivo (previsto dalla norma regionale), altro problema per gli operatori agrituristici.

A sottolinearlo è proprio Cia-Agricoltori Italiani di Siena, che fa sapere che la provincia di Siena con 1.200 strutture agrituristiche è la prima in Toscana (5.382 strutture) e in Italia. Molti agriturismi senesi hanno una piscina: circa 1 su 5.

C’è grande preoccupazione – commenta il presidente di Cia Siena, Federico Taddei – perché ad oggi non sarà possibile utilizzare l’acqua per le tante strutture in tutto il territorio. Se consideriamo che ogni giorno il ricambio di acqua è dell’1-2%, in 4 mesi, il ricambio è pari ad una vasca e mezzo. Questo è il minimo indispensabile per tenere una piscina con acqua pulita e fruibile da parte dei turisti che scelgono la nostra provincia. Ma unico caso, almeno in Toscana, a Siena non sarà possibile. Chiediamo ad Acquedotto del Fiora di rivedere e ripensare questa decisione quanto prima, per permettere di programmare la stagione estiva alle strutture.

Inoltre, durante tutto l’anno (anche fuori dal periodo giugno-settembre) viene controllato anche lo svuotamento annuale della piscina (per poter effettuarne la pulizia). Lo svuotamento viene verificato dai registri e dai consumi. In mancanza di svuotamento è prevista una sanzione da 200 a 1.200 euro. Se si sta combattendo la carenza di acqua e si cercano di evitare sprechi, perché non prevedere una deroga straordinaria relativa allo svuotamento obbligatorio con relativa perdita di acqua per la pulizia? Con i mezzi moderni a disposizione, la pulizia è possibile anche senza svuotare la piscina. L’obbligo di svuotamento annuale, infatti, è un enorme spreco di acqua ancora buona per la balneazione.

Quindi, la sensazione è che la coperta sia sempre troppo corta e che se si cerca di riparare ai danni dell’uso smodato di una risorsa come l’acqua, dall’altro si deve mettere in conto anche tutto un comparto gigantesco come quello turistico (l’unico che fattura). Le uniche alternative possibili potrebbero essere l’uso di autobotti private o anche lo sfruttamento di pozzi, cosa che tra l’altro l’autorità idrica toscana già impone a coloro che posseggono una piscina ad uso privato. Ma quanto sono attuabili?

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Fonti: AdF / CIA

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