In Antartide i mega pescherecci stanno stravolgendo l'ecosistema marino e rubando il cibo a balene e pinguini. Tutto ciò è una delle devastanti conseguenze dalla pesca al krill, un crostaceo simile a un gambero molto richiesto sul mercato
Nelle acque dell’Antartide la pesca al krill non conosce tregua, con tutti i deleteri effetti di questa attività intensiva. A inizio mese altri mega pescherecci industriali sono stati intercettati mentre solcavano i mari antartici e si appropriavano della principale fonte di cibo di balene e pinguini.
Lo denuncia Sea Shepherd a bordo della Allankay dove i membri dell’equipaggio hanno documentato un gruppo di forse 200 balenottere comuni nuotare in tutte le direzioni verso sciami di krill e le imbarcazioni fiondarsi per poter pescare con le loro reti i crostacei. Immagini a dir poco orribili.
⚠️ #Antarctica is under attack ⚠️ #ICYMI – Our crew recently caught super trawlers taking food from a megapod of whales…
Posted by Sea Shepherd on Friday, March 24, 2023
Poiché dove ci sono le balene ci sono anche i krill, le compagnie di pesce se ne approfittano senza remore e le conseguenze sono devastanti. La maggior parte della vita marina in queste acque dipende proprio da questi organismi simili a dei gamberi. Negli ultimi tempi la pesca intensiva del krill ha intaccato pesantemente l’ecosistema antartico con un crescente conflitto tra pescatori e cetacei.
Stiamo assistendo ad un forte calo delle gravidanze di balene megattere, una diminuzione della massa corporea delle otarie orsine e un crollo delle popolazioni di pinguini antartici. Tutte e tre le specie dipendono dal krill come fonte primaria di cibo. Il tutto mentre il cambiamento climatico ha ridotto sia la quantità che la durata del ghiaccio marino di cui il krill ha bisogno per sopravvivere, ha dichiarato il Capitano Peter Hammarstedt.
Anche le modalità di pesca preoccupano molto gli attivisti del mare. La maggior parte di questi maxi pescherecci utilizza reti a strascico con una pompa di aspirazione installata alle estremità per evitare che i crostacei vengano schiacciati dal loro stesso peso. Il liquido rossastro di lavorazione dei krill viene poi scaricato in mare.
Il krill trova diversi impieghi, il principale è la produzione di farina che viene addizionata ai mangimi per i pesci di acquacoltura. Nel caso dell’allevamento di salmoni, la farina di krill dà alla loro carne il caratteristico colore. L’olio di krill viene usato ampiamente negli integratori di Omega 3 come additivo.
Sebbene le terribili implicazioni, contrastare questo settore è molto difficile. La pesca al krill andrebbe vietata quanto prima.
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Fonte: Sea Shepherd
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