Il latte fresco potrebbe scomparire dagli scaffali ed è colpa (anche) della siccità

Se siete soliti acquistare latte fresco al supermercato forse, a breve, dovrete rivedere le vostre abitudini. Granarolo ha già annunciato che non produrrà più latte fresco ma anche altre aziende potrebbero prendere la stessa decisione. Ecco perché

Dovremmo dire addio al latte fresco come oggi lo conosciamo, ovvero quello con scadenza a pochi giorni? Il rischio si fa sempre più concreto dopo il precedente della Granarolo di cui vi abbiamo già parlato. L’azienda ha infatti annunciato lo stop alla produzione di latte fresco per limitare gli sprechi alimentari. 

Anche altre aziende, però, potrebbero a breve seguire l’esempio e optare per un latte pastorizzato a più lunga conservazione utilizzabile per 10 giorni (la legge italiana fissa a 6 giorni il limite massimo di utilizzo per un latte che si può definire “fresco”).

Quali sono le motivazioni di questo cambiamento? Da una parte ridurre gli sprechi alimentari (troppo latte viene buttato nei supermercati ma anche nelle nostre case), dall’altra far fronte ai rincari dei materiali oltre che al problema della siccità (tutt’altro che risolto).

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Cosa c’entra la siccità? Purtroppo – e noi di greenMe ve ne abbiamo parlato spesso – il 2022 è stato davvero un anno nero in quanto ad emergenza idrica. Parliamo della più grave siccità degli ultimi 500 anni (secondo i dati del programma europeo di osservazione della Terra Copernicus) e di questa situazione, inevitabilmente, ha risentito anche l’industria del latte.

Pensiamo ad esempio all’erba con cui si alimentano le mucche al pascolo, siccità significa anche poca erba a loro disposizione e maggiori costi per i produttori.

C’è poi da considerare che, durante la pandemia, per cause di forza maggiore (la possibilità di uscire meno), tante persone si sono abituate ad acquistare latte a lunga conservazione. Alla base della decisione ci sarebbe dunque anche un cambio di rotta da parte dei consumatori che cercano prodotti che possono tenere in casa più a lungo.

Granarolo quindi potrebbe essere solo la prima di una lunga serie di aziende, considerando che il suo test ha dato esito positivo, è infatti riuscita a realizzare un latte dallo stesso sapore (così hanno detto gli assaggiatori) e caratteristiche nutrizionali di quello fresco ma con una scadenza più lunga.

Il cambiamento annunciato da Granarolo riguarderà anche i prodotti della Centrale del latte di Milano e della Centrale del latte di Calabria.

Il 2023 sarà davvero l’anno in cui vedremo scomparire il latte fresco dagli scaffali?

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Fonte: Granarolo

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