Più della metà dei 256 pesticidi consentiti nell’Ue minaccia gravemente la salute e l’ambiente, il nuovo studio parla chiaro

Un innovativo studio ha confrontato per la prima volta i pesticidi tradizionali, utilizzati nell'agricoltura convenzionale, con le sostanze consentite in agricoltura biologica nell'Ue. Gli scienziati sono arrivati ad una conclusione molto chiara: i fitofarmaci convenzionali sono decisamenti più pericolosi per l'ambiente e la salute umana

Potrebbe sembrare scontato che i pesticidi di sintesi utilizzati in agricoltura convenzionale siano più pericolosi delle sostanze utilizzate nelle coltivazioni biologiche. Eppure, le lobby dei pesticidi più volte hanno provato a far credere il contrario, o quanto meno a mettere in discussione un incremento del biologico che – a loro dire – favorirebbe un aumento del volume complessivo dell’uso di pesticidi in Europa.

Ora una nuova ricerca fa chiarezza in merito a tale questione, una volta per tutte. Per conto di IFOAM Organics Europe, l’organizzazione  europea per l’agricoltura biologica, GLOBAL 2000 ha analizzato in quanto a frequenza d’uso ma anche in termini di potenziali pericoli per l’ambiente e la salute:

  •  256 pesticidi consentiti solo nell’agricoltura convenzionale
  • 134 sostanze consentite anche nell’agricoltura biologica

Come punti di riferimento sono state utilizzate le classificazioni di pericolo del Globally Harmonized System (GHS) stabilite dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (EChA) e i valori guida sulla salute alimentare e professionale stabiliti dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).

I risultati e le valutazioni sui dati ottenuti sono stati poi pubblicati sulla rivista scientifica peer reviewed Toxics.

I risultati

I risultati sono schiaccianti e parlano chiaro: il 55% dei 256 pesticidi utilizzati nell’agricoltura convenzionale, riporta avvertenze di pericolo per la salute o per l’ambiente, il che concretamente significa che vi sono dei rischi nel loro utilizzo.

Se guardiamo invece alle 134 sostanze attive naturali consentite anche in agricoltura biologica, solo il 3% presenta tali avvertenze.

Nel 16% dei pesticidi dell’agricoltura tradizionale poi, sono stati riscontrati avvertimenti su possibili danni al nascituro, sospetta cancerogenicità o effetti acuti letali. Avvertenze che invece non sono state trovate in nessuna sostanza utilizzata nel biologico.

Helmut Burtscher-Schaden, biochimico di GLOBAL 2000 e autore principale dello studio, ha spiegato come mai vi sono differenze così nette tra le sostanze utilizzate nell’agricoltura convenzionale e quelle del biologico:

Le differenze che abbiamo riscontrato sono tanto significative quanto non sorprendenti quando si esamina più da vicino l’origine dei rispettivi principi attivi dei pesticidi. Mentre circa il 90% dei pesticidi convenzionali sono di origine chimico-sintetica e sono stati sottoposti a programmi di screening per identificare le sostanze con la più alta tossicità (e quindi la più alta efficacia) contro target organismi, la maggior parte dei principi attivi naturali non sono nemmeno ‘sostanze’ in senso stretto, ma microrganismi viventi. Questi costituiscono il 56% dei pesticidi approvati in agricoltura biologica. In quanto abitanti naturali del suolo, non hanno proprietà di sostanze pericolose. Un altro 19% dei pesticidi organici è classificato fin dall’inizio come ‘principi attivi a basso rischio’ (es. lievito in polvere, fosfato ferrico) o approvato come sostanze di base (es. olio di semi di girasole, aceto, latte).

Non ci sono più dubbi, dunque: i pesticidi tipici dell’agricoltura tradizionale sono ben più pericolosi e problematici delle sostanze utilizzate nel bio. Il presidente di IFOAM Organics Europe, Jan Plagge, ha poi ricordato che:

le aziende agricole biologiche si concentrano su misure preventive come l’utilizzo di varietà robuste, rotazioni colturali ragionevoli, il mantenimento della salute del suolo e l’aumento della biodiversità sul campo al fine di evitare l’uso di input esterni. Per questo su circa il 90% dei terreni agricoli (soprattutto nei seminativi) non vengono utilizzati pesticidi, nemmeno sostanze naturali. Tuttavia, se i parassiti sfuggono di mano, l’utilizzo di insetti benefici, microrganismi, feromoni o deterrenti è la seconda scelta degli agricoltori biologici.

Insomma, questo studio non fa altro che confermare che la direzione presa dal Farm to Fork della Commissione Ue, che comprende la scelta di ridurre drasticamente l’uso di pesticidi tossici, è sicuramente la più giusta. Non resta ora che favorire al meglio e in tempi rapidi la transizione verso un’agricoltura più sostenibile.

Seguici su Telegram Instagram | Facebook TikTok Youtube

Fonte: IFOAM

Leggi anche: 

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook