Brendan Fraser e quell’Oscar che sa di rinascita: dalla depressione al riconoscimento più grande per un attore

Brendan Fraser ha vinto l’Oscar come Migliore attore protagonista con The Whale. La sua carriera sembrava spianata, ma poi problemi di salute, una presunta molestia sessuale e una forte depressione l’avevano fatto allontanare dal grande schermo. Ora la rinascita con la statuetta più importante

Brendan Fraser, fino a questa notte, sembrava la classica star mancata. Aveva tutte le carte in regola per diventare un vero divo di Hollywood, con tanti che l’avevano descritto come l’erede di Tom Cruise. Bello, forte, carismatico, simpatico.

Eppure non tutto è andato come previsto. Dopo i successi nella trilogia de La Mummia e in George of the Jungle, qualcosa si è rotto. Prima i problemi di salute, con diverse operazioni al ginocchio, lesioni alla schiena a causa delle sue acrobazie in scena e una ricostruzione delle corde vocali.

Le molestie sessuali e la depressione

Il colpo di grazia per la sua salute mentale è però arrivato con la presunta violenza sessuale subìta per mano di Philip Berk, uno dei presidenti della Hollywood Foreign Press Association (che organizza i Golden Globe) nel 2003 durante una cena.

Solo nel 2018, a seguito dell’esplosione del movimento MeToo, Fraser ha reso noto l’episodio con Berk (che negherà tutto ammettendo solo una “strizzatina”) spiegando che proprio a causa di quanto accaduto si era allontanato dalla vita pubblica e aveva declinato varie offerte di lavoro.

Da quel momento, infatti, l’attore era entrato in una profonda depressione peggiorata da una drastica dieta che gli fece perdere la memoria. Cominciò ad apparire in ruoli televisivi anziché cinematografici e faticò a pagare l’ingente somma dovuta alla ex moglie e ai figli come alimenti (900.000 dollari l’anno).

I suoi fan all’epoca non capivano cosa gli fosse successo e dovettero aspettare quella rivelazione per comprendere perché l’attore avesse subìto un declino così rapido e inspiegabile dall’oggi al domani proprio quando sembrava essere lanciato verso la “gloria eterna”.

Charlie e Brendan, così lontani ma così vicini

Grazie a lui si è compreso che le molestie non sono solo riservate alle donne, ma anche molto spesso agli uomini. E dopo il clamore suscitato dalle sue parole Hollywood ha iniziato a percepire che tanti non vedevano l’ora del “ritorno” di Fraser.

Ecco dunque la chiamata per interpretare The Whale, il cui protagonista – un uomo isolato ed obeso che vuole disperatamente riconnettersi con la figlia e che passa le sue giornate “spiaggiato” come una balena sulla sua poltrona – trova un supporto emotivo nel cibo e porta il suo corpo al limite.

In questo ruolo Fraser ha dovuto affrontare i demoni del suo passato, interpretando un uomo profondamente depresso e con problemi alimentari. Per impersonare Charlie, inoltre, Fraser ha dovuto fare uno sforzo notevole dal punto di vista fisico, portando con sé una protesi in modo da aumentare il suo peso di 130 kg e sottoponendosi a cinque-sei ore di trucco al giorno.

Il successo di The Whale e la rinascita di Fraser

I suoi sforzi sono stati ripagati perché la pellicola è diventata un successo planetario. Presentato in anteprima alla 79° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ha ricevuto una standing ovation di quasi sette minuti. Ha anche ricevuto una nomina agli ultimi Golden Globes, a cui Fraser ha rifiutato di partecipare alla cerimonia per via delle accuse a Breik.

Ora però è arrivato l’Oscar come Miglior attore protagonista proprio con The Whale, film che ne ha segnato il tanto atteso ritorno. Un percorso che Fraser ha ben descritto nel suo discorso sul palco, paragonando le sue difficoltà a quelle di Charlie.

Ringrazio l’Academy e la produzione A24 e il regista Aronfoski per la possibilità che mi ha dato di salvarmi con The Whale. Avete un cuore da balena, solo le balene riescono ad andare così in profondità. Ho cominciato 30 anni fa a lavorare nel cinema e le cose non sono state sempre facili per me, tornare in superficie non è stato facile ma ci sono persone che me lo hanno permesso come i miei figli, il mio manager, sono molto grato all’Academy.

Un discorso forte, toccante e sentito, che segue un periodo di resilienza e di rinascita, augurandoci che sia il primo di tanti pronunciati da un attore che ha ancora molto da dire (e da insegnarci) sul grande schermo e non solo.

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