No, non bisogna urlare se parli con un sordo e, sì, la vera rivoluzione è nell’usare i termini giusti: non c’è nulla di male a chiamarli sordi
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Partiamo da un concetto: il termine “sordomuto” è assai obsoleto. Si dice semplicemente “sordo” e parole come “sordomuto”, ma anche “non udente” o, peggio ancora, “audioleso”, sono offensive e non rappresentano il vero lessico italiano.
In occasione del World Hearing Day, la Giornata mondiale dell’udito che si celebra oggi 3 marzo, abbiamo cercato di capire quali siano i miti da sfatare riguardo ai sordi. E ci si è aperto un mondo.
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Come si definisce un sordo?
Sordo e nulla più! Allontanate da voi l’idea che le persone sorde siano anche necessariamente mute.
Più precisamente, sapevate che le espressioni più corrette, a seconda del caso, sono persone sorde, persone con problemi di udito o persone con ipoacusia?
I sordi non possono parlare
Ma chi lo dice? Quasi ogni persona sorda ha la capacità di parlare, ma anche coloro che sono profondamente sordi hanno la capacità di imparare a parlare, dopo molta logopedia.
Tutta la lingua dei segni è la stessa in tutto il mondo
Attenzione, si dice LINGUA e non linguaggio dei segni e no: proprio come la varietà delle lingue parlate in tutto il mondo, esistono anche molte forme di lingue dei segni.
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Se ne contanto circa 130 varianti in tutto il mondo, con quasi tutti i paesi che ne hanno una o più versioni diverse. Ad esempio, esiste la lingua dei segni pakistana (PSL), la lingua dei segni britannica (BSL) e la lingua dei segni francese. Tutte queste varianti della lingua dei segni hanno alcune somiglianze tra loro, ma ognuna è unica a modo suo!
Nelle lingue dei segni è possibile individuare anche gerghi giovanili, forme regionali ed altre varietà.
Urla!
Ma anche no! Quando si parla con persone sorde non bisogna urlare. Esistono infatti gli impianti cocleari (la coclea è l’organo deputato alla trasformazione dei suoni nel cervello), che permettono alle persone sorde di sentire suoni e rumori.
Tutti i bambini con problemi di udito sono sordi
Falso, la perdita dell’udito ha diversi gradi: da lieve a moderata e da grave a profonda: i bimbi con ipoacusia lieve e moderata possono sentire la maggior parte dei suoni in modo naturale, ma possono non riuscire a seguire correttamente una conversazione in un ambiente rumoroso. I bambini con ipoacusia grave e profonda sono di solito sottoposti a impianti cocleari, che sostituiscono elettronicamente la funzionalità della coclea.
Con test genetici possiamo ridurre la prevalenza della perdita dell’udito
Non proprio: si può ridurre il numero di bambini nati con ipoacusia attraverso i test genetici, ma ciò non toglie che l’ipoacusia possa svilupparsi in seguito. Secondo il CDC, Centers for Disease Control and Prevention, per esempio, per l’avvento dei dispositivi digitali, degli auricolari e del volume elevato ai concerti, un adolescente su otto soffre di ipoacusia in entrambe le orecchie e uno su sei in un orecchio solo. Inoltre può capitare che i bambini abbiano otiti o ristagno di liquido nelle orecchie in giovane età, che possono causare ipoacusia.
Se mi accoppio con una persona con una perdita genetica dell’udito, i miei figli saranno sordi
No, se il coniuge A ha un’ipoacusia genetica recessiva, ma il coniuge B non ha lo stesso gene, allora nessuno dei figli avrà un’ipoacusia.
I sordi non possono ascoltare la musica
Chi l’ha detto? Non solo possono ascoltare la musica, ma possono anche suonare e cantare. Vi dice nulla il nome Beethoven? L’esperienza del suono è diversa da persona a persona, comprese quelle con tutti i gradi di sordità. La musica è multisensoriale, motivo per cui le persone sorde sono in grado di sentire le vibrazioni prodotte dalla musica riprodotta e consumare quelle vibrazioni attraverso il loro corpo. Sentite un po’ qui:
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