Carpe: cos’è il virus della malattia del sonno che sta decimando questi pesci in tutto il mondo?

Le carpe di tutto il mondo sono minacciate dall’insorgenza di un virus pericoloso, responsabile di alti tassi di mortalità. Ecco spiegati i sintomi, il decorso della malattia e le misure preventive da mettere in atto

Le carpe di tutto il mondo sono minacciate dall’insorgenza di un virus pericoloso, responsabile di alti tassi di mortalità. Ecco spiegati i sintomi, il decorso della malattia e le misure preventive da mettere in atto.

Che cos’è il CEVID?

L’acronimo CEVD sta per malattia da virus dell’edema della carpa: si tratta di un virus a DNA a doppio filamento, appartenente alla famiglia dei virus poxvirus.
Causa malattie ed è responsabile di alti tassi di mortalità che colpiscono diverse varietà di carpe selvatiche, compresa la varietà koi, giapponese.

Il primo esemplare di carpa koi affetto dalla patologia fu riscontrato nel 1974; da allora la malattia si è diffusa in tutto il Giappone dove la varietà koi viene allevata.

Il commercio di carpe koi ha probabilmente favorito la diffusione del virus anche in altre zone come per esempio il Nord America e l’Europa.

Inoltre il virus è stato recentemente rilevato per la prima volta negli allevamenti di koi in Brasile; ma anche in Austria, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito.

Perché viene anche chiamata malattia del sonno?

La malattia viene anche chiamata malattia del sonno poiché i pesci infetti si mostrano sonnolenti e poco reattivi. Spesso giacciono immobili su di un fianco o sul ventre sul fondo della vasca per lunghi periodi di tempo. Se vengono disturbati possono nuotare per un breve periodo, per poi ripiombare in uno stato inattivo.

Quali sono i sintomi?

Le specie maggiormente colpite dal virus sono la carpa comune e la varietà koi.

I pesci affetti da tale patologia presentano lesioni cutanee erosive o emorragiche con un rigonfiamento dei tessuti sottostanti (chiamato edema).

La gravità della malattia è massima negli esemplari più giovani: questi indeboliti nuotano lentamente e senza meta oppure restano immobili appena sotto la superficie dell’acqua.

I pesci infetti spesso si rifiutano di mangiare, diventando ancor più deboli.

Oltre ad erosioni, emorragie e rigonfiamenti dei tessuti sottostanti, le carpe koi affette dalla malattia possono presentare occhi infossati, branche pallide e gonfie.

Tuttavia questa sintomatologia è tipica anche di un’altra malattia causata da Herpesvirus-3 dei ciprinidi.

Come diagnosticare la malattia?

La diagnosi definitiva comunque richiede test di laboratorio specifici come per esempio la PCR (polymerase chain reaction).

Ma è possibile identificare il virus anche esaminando i supporti umidi delle branchie. Infatti, durante le prime fasi della malattia, le cellule epiteliali bronchiali si moltiplicano, determinando un evidente ispessimento del tessuto.

In alcuni casi tale ispessimento può estendersi fino alla base del filamento branchiale, compromettendone così la funzionalità.

Come si origina la malattia?

La fonte del virus è ancora sconosciuta, eppure è noto che in Giappone le carpe koi manifestano la malattia durante la stagione delle piogge, probabilmente a causa dello stress causato dallo spostamento da stagni di terra a vivai di cemento.

Il virus può essere trasmesso attraverso l’esposizione ad acqua contaminata o attraverso lesioni cutanee.

Anche la temperatura dell’acqua è un fattore che influenza l’insorgenza del virus: in Giappone durante la stagione delle piogge la temperatura dell’acqua è tra i 15 e i 25 gradi; anche le epidemie negli Stati Uniti e nel Regno Unito si verificano tipicamente a temperature simili.

Un nuovo ceppo del virus ha causato l’insorgenza della malattia durante il periodo invernale con temperature dell’acqua registrate tra i 6 e i 9 gradi.

Cosa fare per contrastare l’insorgenza della malattia?

È essenziale conoscere bene i fornitori di pesce e le condizioni in cui versano gli allevamenti di carpe.

Alcuni produttori evitano la raccolta durante i periodi in cui le temperature dell’acqua sono più alte e favoriscono l’insorgenza della malattia.

Altra accortezza da avere è isolare i pesci che cominciano a mostrare una sintomatologia sospetta per evitare un eventuale contagio.

Per mantenere i pesci sani, forti e resistenti alle malattie è necessario evitare gli affollamenti, spostamenti traumatici che potrebbero stressare fisicamente l’animale; mantenere pulita l’acqua delle vasche e tenere un’alimentazione corretta.

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Fonti: Università della Florida / National Library of Medicine

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