Pesci lasciati agonizzanti e uccisi per asfissia: il retrogusto amaro dei salmoni allevati in Scozia (destinati anche ai ristoranti stellati)

Gabbie sovraffollate, pesci sanguinanti, uccisi senza alcuno stordimento per asfissia e rigettati anche in mare: ciò che accade negli allevamenti scozzesi di salmone è terrificante e rischioso per l'ambiente. Una nuova inchiesta ha svelato una serie di gravi violazioni e maltrattamenti

Dietro il salmone che finisce sulle nostre tavole e nel popolarissimo sushi si nasconde un retroscena atroce. Ad accendere un faro su questo tema spinoso una nuova inchiesta shock realizzata sotto copertura dal team investigativo Animal Equality in un allevamento scozzese di salmoni, con sede a Loch Cairnbawn.

Nell’impianto di acquacoltura – gestito dalla società Loch Duart Ltd – vengono allevate decine di migliaia di pesci che vengono poi venduti a ristoranti e a chef stellati di fama internazionale, fra cui Gordon Ramsay e Rick Stein.

Leggi anche: L’orrore senza fine dei salmoni d’allevamento: 30 milioni di pesci muoiono ogni anno in Scozia prima di essere macellati

Le angoscianti immagini rilasciate mostrano gravissimi abusi e maltrattamenti sui poveri salmoni, in particolare:

  • mancato stordimento dei pesci e controlli inadeguati, con conseguente macellazione di pesci ancora coscienti
  • morte per soffocamento dei pesci più piccoli, abbandonati in un secchio sulle barche
  • sovraffollamento visibile nelle reti e nei macchinari di macellazione insanguinati
  • pesci feriti e sanguinanti dopo essere stati trasportati attraverso tubi dalle vasche di allevamento alle barche di macellazione
  • salmoni lanciati con violenza dagli operatori nei macchinari e contro le pareti delle barche
  • pesci morti e morenti gettati in mare dai lavoratori, con gravi rischi per la biosicurezza

“L’ammassamento dei pesci che le immagini mostrano non è un comportamento normale per questi animali solitari, quindi è probabile che stiano tentando di nuotare lontano l’uno dall’altro per paura del cannibalismo, risultato di un ambiente altamente innaturale e stressante” ha commentato Mark Borthwick, dottorando dell’Open-Oxford-Cambridge Doctoral Training Partnership ed esperto di pesci, sottolineando che quanto documentato è uno dei peggiori casi di maltrattamento di pesci a cui abbia mai assistito.

L’inchiesta di Animal Equality mostra scene raccapriccianti: salmoni morti e morenti che vengono presi da un secchio e gettati in mare dalle barche e ristagno di sangue nei macchinari per la macellazione che suggerisce che l’attrezzatura di pompaggio usata per trasportare i pesci dalle vasche di allevamento alle barche stia probabilmente sia fonte di traumi e lesioni per i pesci.

allevamenti salmoni scozia

@Animal Equality

“Il sistema di pompaggio è così mal configurato che molti pesci sono morti prima ancora di raggiungere la macchina per l’abbattimento” chiarisce Borthwick.

Il benessere animale? Un’utopia in impianti come questo. Questo sistema crudele e disumano ha inoltre un impatto molto pesante a livello ambientale.

Gettare i pesci in mare non dovrebbe assolutamente accadere. Questi pesci potrebbero introdurre malattie e parassiti e influenzare negativamente le popolazioni marine attraverso la competizione, l’aggressione o la trasmissione dei loro geni” spiega a dottoressa Lynne Sneddon dell’Università di Göteborg.

inchiesta salmoni scozia

@Animal Equality

Il crudele e pericoloso business dell’allevamento dei salmoni

Solo nel Regno Unito l’industria ittica alleva ogni anno fino a 52 milioni di salmoni. Un numero enorme. Tuttavia, secondo l’organizzazione $camon $cotland tra i 20 e i 30 milioni muoiono prima di arrivare alla macellazione a causa di maltrattamenti, trasporti violenti e trattamenti approssimativi contro i pidocchi, errori chimici, fioriture algali e malattie infettive.

I salmoni rientrano fra i pesci maggiormente sfruttati e maltrattati al mondo. Un paio di anni fa Animal Equality ha pubblicato un’indagine, unica nel suo genere, all’interno di un macello scozzese di salmoni che mostrava pesci lasciati in agonia sul pavimento, stordimenti inadeguati e il taglio delle branchie su pesci ancora coscienti.

Nello specifico la Scozia rappresenta il terzo esportatore al mondo di carne di salmone, dopo Norvegia e Cile. E, purtroppo, anche noi italiani siamo indirettamente complici di questa mattanza sistematica.

L’Italia è fra i maggiori importatori al mondo di salmone, un prodotto il cui consumo è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni. – sottolinea al tal proposito Matteo Cupi, Vicepresidente di Animal Equality Europa. – Ma negli allevamenti intensivi, questi animali vivono in condizioni degradanti, subendo maltrattamenti costanti e crudeli in assenza di controlli adeguati e di tutele minime che permettano di evitare violenze come quelle che abbiamo ancora una volta documentato.

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Fonte: Animal Equality

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