Evviva! Arriva in Italia il ddl sul congedo mestruale: due giorni senza scuola e lavoro per chi ha forti dolori

Si respira aria di cambiamento? Speriamo: lanciata anche in Italia una proposta a sostegno delle donne che soffrono di dismenorrea, ossia di forti dolori mestruali. Finora solo una scuola, a Ravenna, era arrivata a tanto

A pochi giorni dal via libera in Spagna al congedo mestruale e agli assorbenti gratis nelle scuole e nelle carceri, arriva anche da noi (finalmente) la proposta di legge per ottenere due giorni di congedo mestruale per le studentesse e le lavoratrici che hanno un ciclo particolarmente doloroso.

Si tratta di un disegno di legge presentato dall’Alleanza Verdi-Sinistra ed è a prima firma di Elisabetta Piccolotti, di Sinistra italiana.

La Spagna era stato sì il primo Paese europeo ad approvare una forma di congedo mestruale, ma nel mondo esiste già in zone come Corea del Sud, Taiwan, Cina e Giappone.

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Cosa prevede il ddl

Il dibattito da noi si è riacceso grazie all’iniziativa del Liceo artistico Nervi Severini di Ravenna che aveva modificato il regolamento d’istituto prevedendo proprio la possibilità di assentarsi da scuola per un massimo di due giorni al mese in caso di dismenorrea.

Ora, il primo articolo del ddl concede alle studentesse che soffrono di dolori mestruali così forti “da non consentire di frequentare le lezioni in presenza” il diritto di “assentarsi da scuola per un massimo di due giorni al mese”. Allo scopo, si dovrà “presentare un certificato medico all’inizio dell’anno scolastico” e in più per ogni assenza servirebbe comunque la giustificazione dei genitori, nel caso di minorenni, o della studentessa stessa.

La seconda proposta riguarda le lavoratrici dipendenti “con contratti di lavoro subordinato o parasubordinato, a tempo pieno o parziale, a tempo indeterminato o determinato” o anche “a progetto”. Anche in questo caso, consegnando all’inizio di ogni anno un certificato medico che attesti la presenza di mestruazioni dolorose, si avrebbe diritto a un congedo di fino a due giorni al mese. I giorni di riposo sarebbero comunque pagati al 100% e non si potrebbero equiparare ad altre cause di assenza dal lavoro e nemmeno ai giorni di malattia.

Infine, il disegno di legge propone in una terza parte di distribuire gratuitamente i contraccettivi ormonali nelle farmacie a chi presenti una ricetta medica.

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