Nonostante l'attenzione principale sia rivolta al cambio look dei capelli di Levante, la cantante protagonista del Festival di Sanremo 2023 ha sfoderato l'ennesima carta vincente con il nuovo album Opera Futura. Al suo interno è contenuta una perla di rara bellezza: la canzone Mater. Un inno ad essere madri consapevoli delle proprie fragilità senza dimenticare se stesse. Ecco perché ogni donna dovrebbe farne tesoro.
Indice
L’idea di essere o diventare madre pone di fronte ad ogni donna la responsabilità di essere invincibile. Mettere al mondo una vita, prenderla per mano e accompagnarla per le tappe che dovremmo aver già superato, capito e digerito: questo è quello che ci aspettiamo di saper fare (e che tutti si aspettano da noi). Ma stare al mondo è un mestiere complicato che non si smette mai di imparare, se sei una donna lo è con un bagaglio ancora più pesante. E se sei una madre sembra previsto, anche, che tu sappia mettere da parte la tua storia per tracciare e dedicarti esclusivamente a quella di un altro. Ma non è così ed è importante ricordarlo. (Leggi anche: Levante a Sanremo parla di depressione post parto e le altre mamme la insultano: quando un dolore non è socialmente accettato)
Mater, la canzone di Levante, nona traccia nel suo album Opera Futura, è una mappa guidata del percorso psicologico a cui ogni donna sottopone i propri limiti e le proprie paure sulla maternità. Il suo non è un racconto ruffiano, privo di difetti, ma una rappresentazione realistica del miracolo di essere donne e madri fallibili, ma non per questo sbagliate.
La potenza di generare una vita avvicina l’idea della donna a quella dell’eternità, ma con la stessa forza la obbliga allo smarrimento. Diventare madri conduce in luogo della vita in cui è impossibile arrivare pronte, pur con tutte le buone intenzioni. Solo una volta arrivate è possibile scoprire quali strumenti affinare e quali imparare ad acquisire.
Così vicina a Dio
Ci pensi?
Non eri stata mai
Ritrovare se stesse
Chi sono oggi? Cosa è rimasto di me e della persona che ero prima? Cosa sarà di me se non sarò all’altezza della mia vita e di quella che ho messo al mondo? Levante conosce tutte le domande e non pretende di dare risposte definitive, ma lascia una traccia in cui ogni donna può ritrovarsi e sentirsi meno sola, perché è facile perdersi di fronte al miracolo della vita. Il tuo corpo, la tua storia e il tuo futuro sembrano cambiare e correre più veloci di quanto tu riesca a stargli dietro. La felicità può subire l’ombra della paura di non farcela, ma la tua vita è dietro l’angolo, basta farsi accompagnare dalla speranza e dalla forza di riuscire a riacchiapparsi.
È il sole sui tuoi passi
Ma tu ti piovi addosso
Il corpo tuo solo un vago ricordo
Così ti dici addio ma speri di trovarti ancora
Nel tentativo di ricordarlo a se stessa, Levante ricorda anche a noi che essere madri raddoppia l’amore, non lo sottrae a quello per noi stesse. Si diventa madri, ma si rimane donne. Una cosa non può sottrarre forza e diritto di esistere all’altra, ma devono avere modo e spazio di potenziarsi a vicenda.
Essere umane
Nonostante le aspettative che il mondo ripone sul ruolo di madre, ogni donna deve sapere di potere e dovere continuare ad essere umana. Libera di concedersi alla paura di sbagliare, di non farcela e di voler riprendere in mano la propria vita. Non esistono super eroine da emulare, medaglie a cui ambire o paragoni per cui affannarsi.
Per mare, per terra e per cielo
Tutti parlano di te
Tutti chiedono che tu sia grande
Di fatto sei umana davvero
Raggiunto un sogno, non è previsto smettere di sognare, di immaginare chi saremo e chi altro ancora potremo diventare. Essere madri è un percorso che si muove parallelamente con gli altri, crea evoluzioni ma non annulla chi siamo state.
Quante stelle conti su di te?
Quale stella sogni di essere?
Ma tu di fatto sei umana davvero
E nel pianto senti dire: “Mater”
Mater è una canzone medicina per chi madre lo è già, per chi sta per diventarlo e per chi non sa o non ha messo in conto di esserlo. La cura per ricordare chi siamo oltre i ruoli. Per essere donne consapevoli e far maturare la versione migliore della madre che saremo (o non saremo). Con tutte le trasformazioni del caso: capelli inclusi!
Il testo
Ecco il testo completo di Mater:
Così vicina a Dio
Ci pensi?
Non eri stata mai
Sei pronta a dirti addio
Nel tempo della tigre d’acqua?
È il sole sui tuoi passi
Ma tu ti piovi addosso
Il corpo tuo solo un vago ricordo
Così ti dici addio ma speri di trovarti ancora
Carne che ogni respiro muove
Carne dimora di perfezione
Sai dirti chi sei?
Per mare, per terra e per cielo
Tutti parlano di te
Tutti chiedono che tu sia grande
Di fatto sei umana davvero
Una voce dentro grida: “Mater”
Così parli con Dio
Ti senti?
Che pena che ti fai
Che dramma dirsi “Io non sono più la stessa, ora”
Pensieri come sassi
Il mondo non si è mosso
Ti guarda e pensa che non ti sia persaEppure, dici addio
Ma speri di trovarti ancora
Sangue che nel destino scorre
Sangue di genesi, di splendore
Sai dirti chi sei?
Per mare, per terra e per cielo
Tutti parlano di te
Tutti chiedono che tu sia grande
Di fatto sei umana davvero
Una voce dentro grida: “Mater”
Dove se ne va un corpo senz’anima?
Sospira e dispera la notte
Non passa giorno che non si senta in vena
Per mare, per terra e per cielo
Tutti parlano di te
Tutti chiedono che tu sia grande
Di fatto sei umana davvero
Una voce dentro grida: “Mater”
È dal mare che tu guardi il cielo
Quante stelle conti su di te?
Quale stella sogni di essere?
Ma tu di fatto sei umana davvero
E nel pianto senti dire: “Mater”
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