Ci chiamate supereroi, ma prima ancora siamo bambini (anche quando lottiamo contro il cancro)

Il 15 febbraio è la Giornata mondiale contro il cancro infantile, International Childhood Cancer Day – ICCD, un momento per sensibilizzare l’opinione pubblica sui tumori infantili. Sono supereroi, certo, o "guerrieri", o tutte quelle belle parole, quelle cose lì che diciamo loro per infondere coraggio. Ma sono pur sempre bambini e, probabilmente, non hanno voglia di essere null'altro

Quando a 4 anni ti dicono che hai un tumore tu, piccolo, nemmeno lo capisci. Quando ti dicono che, forza, un po’ di coraggio e facciamo la puntura e tutto passa, vorresti solo essere fuori da lì, da quella stanza asettica che ha le luci bianche. Fetore di disinfettante che ti porterai appresso.

No, proprio non ci stai. E ti sale qualcosa in gola che nemmeno comprendi. E pure un dolore allo stomaco che avresti voluto evitare. Tu, piccolo, a 4 anni nemmeno dovresti saperle queste cose.

Non ti piacciono quelli luci, e nemmeno quei disegni che si sforzano di fare nei corridoi. Non ti piace quel posto lì, quello dove ti portano mamma e papà “a vedere il dottore che dice”. Lì diventa un attimo moltiplicato all’infinito.

Quando ce ne andiamo?”, ripeti quasi ossessionato, intanto che i grandi interrogano una cosa che chiamano “lastra” e una serie di numeri e lettere che chissà a cosa servono e continuano a chiamarti “piccolo supereroe. Un po’ ti va, carina questa cosa qui che tutti ti trattano come un re. Ma poi ti passa, c’è qualcosa che non torna.

Passano giorni e fuori da lì cambiano le stagioni. L’inverno che diventa primavera e poi estate e nemmeno te ne accorgi. O forse sì, perché vorresti solo giocare, vedere i pesci come fanno a stare dentro all’acqua per una vita intera. Tu ti ci senti dentro all’acqua, in un’ampolla di vetro così delicata che non respiri per paura si rompi. O sotto alla pioggia, una lunga, infinita, noiosa, pioggia.

Quando passa?”, chiedi imperterrito, il ditino sulla finestra a seguire le gocce, mentre papà e mamma sono al telefono a decifrare analisi.

A te manca il respiro, piccolo. A 4 anni nemmeno lo capisci il perché. Quella finestra la vorresti aprire e vorresti volare fuori, guardare la città dall’alto, sentirne gli odori e sorridere ai cani. Giocare.

Passa presto”, ti rispondono i grandi. Ma intanto hai perso le giornate al parco e la scuola e quel tubicino da lì proprio non te lo levano.

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I tumori pediatrici

I tumori per i bimbi sono anche questo, una realtà che purtroppo esiste. Una terribile realtà dalla quale, tuttavia, si può uscire.

Secondo AIRTUM, l’Associazione italiana registri tumori, per il quinquennio 2016-2020, in Italia, siano state diagnosticate 7mila neoplasie tra i bambini e 4mila tra gli adolescenti (15-19 anni), in linea con il quinquennio precedente. La media annuale stimata è di 1.400 casi tra  0 e 14 anni e 900 nella fascia 15-19 anni.

C’è una leggera crescita solo per alcuni tipi di tumore tra gli adolescenti: nel periodo 1998-2008 sono aumentate del 2% circa ogni anno le diagnosi di tumori maligni tra le ragazze, mentre in entrambi i sessi si è registrato un incremento di tumori della tiroide (+8% l’anno).

Ma – in nome di Ettore, dei bimbi di Taranto e di tanti altri bambini che purtroppo non ce l’hanno fatta – per fortuna le cure si fanno sempre più efficaci. Quel che è cambiato, negli ultimi quarant’anni, è il tasso di mortalità, ora in netta diminuzione: i bambini e i ragazzi tra 0 e 19 anni che muoiono di tumore sono sempre meno: nel 2008 i decessi erano circa un terzo di quelli registrati nei primi anni ’70, e oggi oltre l’80% dei pazienti guarisce.

Passerà, ti direi anche io. Rimarrà qualche cicatrice a ricordarti quanto sei stato forte. Sei stato un supereroe, vero, ma ora ritorni bambino e ti piace di più.

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