Uno studio condotto nel Regno Unito ha trovato una correlazione tra il consumo di zuccheri liberi e un maggior rischio di soffrire di malattie cardiache. In seguito ai risultati, gli esperti hanno stabilito una precisa percentuale di zuccheri da non superare
Che gli zuccheri liberi andrebbero fortemente limitati è cosa già nota e dimostrata da diversi studi, che hanno evidenziato i rischi di un consumo eccessivo di queste sostanze. Ora una nuova ricerca, pubblicata su BMC Medicine, ha valutato l’incidenza degli zuccheri liberi sulla salute cardiovascolare, arrivando alla conclusione che non andrebbe mai superata una certa percentuale.
Ma partiamo dall’inizio, per “zuccheri liberi” si indendono quei dolcificanti che vengono aggiunti al cibo ma anche quelli naturalmente presenti in miele e succhi di frutta. Con questo termine si fa riferimento agli zuccheri che non si trovano all’interno delle cellule del cibo che consumiamo e che, di conseguenza, entrano più facilmente in circolo nel nostro organismo, in quanto non compensati dalla presenza di fibre.
Il nuovo studio, condotto da un team dell’Università di Oxford, nel Regno Unito, mirava a valutare il legame tra i tipi e le fonti di carboidrati alimentari e l’incidenza cardiovascolare.
La ricerca si è basata sui dati presenti nella Biobanca del Regno Unito che riguardavano oltre 110mila persone che avevano completato almeno due valutazioni dietetiche. Il team ha monitorato i partecipanti per più di 9 anni, scoprendo che le malattie cardiovascolari totali (malattie cardiache e ictus combinate), malattie cardiache e ictus si erano verificate in 4.188, 3.138 e 1.124 partecipanti.
I risultati
Lo studio ha concluso che l’assunzione totale di carboidrati non ha un collegamento diretto con gli esiti delle malattie cardiovascolari. Ma, come scrivono gli studiosi:
una maggiore assunzione di zucchero libero da alimenti come bevande zuccherate, succhi di frutta e dolci era associata a un aumento del rischio di tutti gli esiti di malattie cardiovascolari.
Quindi principalmente conta la qualità, piuttosto che la quantità degli zuccheri consumati e i risultati sono stati abbastanza soprendenti, in quanto ogni 5% in più di assunzione di energia totale da zuccheri liberi portava a un aumento del 7% delle malattie cardiovascolari.
I risultati provano che è necessario un cambiamento nella raccomandazione dietetica globale, ovvero è necessario ridurre il consumo di zuccheri liberi al di sotto del 5% dell’energia giornaliera totale.
I ricercatori suggeriscono la sostituzione degli zuccheri liberi con zuccheri non liberi:
Principalmente quelli presenti naturalmente in frutta e verdura intere – e un maggiore apporto di fibre può aiutare a proteggere dalle malattie cardiovascolari.
Il consiglio che emerge da questo studio è dunque molto simile a quello di cui vi abbiamo già parlato, fornito dal nutrizionista Marco Ciambotta che suggerisce di eliminare lo zucchero degli alimenti confezionati e scegliere cibi che contengono meno di 6 grammi di zucchero per 100 grammi, fatta eccezione per miele (o sciroppo d’acero), marmellata e cioccolata fondente minimo all’85%.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonte: BMC Medicine
Leggi anche:
- Cosa succede al tuo corpo se smetti di mangiare zucchero per un mese?
- I 5 segnali più comuni che ci manda il corpo quando assumiamo troppi zuccheri
- Zucchero: 5 tecniche segrete delle lobby per farcene consumare il più possibile
- No, non sono affatto un’alternativa sicura allo zucchero: i dolcificanti hanno anche questo effetto nocivo inaspettato sul cuore
- Cosa succede davvero al corpo quando assumi zuccheri aggiunti e liberi (e perché limitarli subito)