Curiosity colpisce ancora e trova la prova più schiacciante dell’esistenza di antichi laghi su Marte: il rover della Nasa, infatti, ha scovato strutture rocciose increspate, che suggeriscono l’antica esistenza di specchi d’acqua in una regione del Pianeta Rosso, dove gli scienziati si aspettavano di trovare una zona più secca
Le esplorazioni spaziali non finiscono mai di stupire: il rover della Nasa Curiosity ha trovato delle strutture rocciose increspate sul suolo di Marte, che suggeriscono l’antica esistenza di specchi d’acqua in una regione del Pianeta Rosso. Secondo gli scienziati, questa è la prova più evidente cercata da tempo.
La storia dei laghi su Marte è piuttosto datata: teoria proposta ma mai del tutto, potrebbe ora essere arrivata alla svolta. Uno studio italiano pubblicato su Science nel 2018, inoltre, aveva identificato la presenza di acqua liquida su Marte grazie al radar MARSIS, presente a bordo della sonda europea Mars Express. E a ottobre 2022 era arrivata la conferma da parte di un gruppo di ricerca guidato dall’Università di Cambridge.
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Lo scorso autunno il rover Curiosity della NASA era infatti arrivato all’”unità portatrice di solfati” e gli scienziati pensarono di avere in mano l’ultima prova che un tempo i laghi coprivano questa regione di Marte.
Questo perché gli strati rocciosi qui si sono formati in ambienti più asciutti rispetto alle regioni esplorate in precedenza nella missione. Si pensa in particolare che i solfati della zona siano stati lasciati indietro dell’acqua che si stava prosciugando.
Ma ora la prova più chiara: miliardi di anni fa le onde sulla superficie di un lago poco profondo hanno sollevato i sedimenti , creando nel tempo strutture increspate lasciate nella roccia.
Questa è la migliore prova di acqua e onde che abbiamo visto nell’intera missione – spiega Ashwin Vasavada, scienziato del progetto Curiosity presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA – Siamo saliti attraverso migliaia di piedi di depositi lacustri e non abbiamo mai visto prove come questa. Ora l’abbiamo trovata in un posto che ci aspettavamo fosse asciutto
Dal 2014, il rover ha scalato le pendici del Monte Sharp, una montagna alta 5.000 metri un tempo disseminata di laghi e ruscelli che avrebbero fornito un ambiente ricco per la vita microbica, qualora fosse davvero esistita sul Pianeta Rosso.
L’altura è costituita da strati, con il più antico in fondo alla montagna e il più giovane in cima. Il rover, salendo, avanza quindi lungo una linea temporale marziana, consentendo agli scienziati di studiare come Marte si è evoluto da un pianeta che era più simile alla Terra nel suo antico passato, con un clima più caldo e acqua abbondante, al deserto gelido che è oggi.
Dopo aver scalato più di 800 metri, Curiosity ha trovato queste strutture rocciose increspate conservate in quella che è soprannominata la Marker Band, un sottile strato di roccia scura che si distingue dal resto del Monte Sharp.
Questo strato roccioso è così duro che il rover non è stato in grado di perforarne un campione nonostante diversi tentativi. Gli scienziati cercheranno ora quindi zone più morbide la prossima settimana.
Le increspature delle onde, i flussi di detriti e gli strati alternati “ritmicamente” ci dicono tutti che la storia del passaggio da umido a secco su Marte non è stata semplice – conclude Vasavada – L’antico clima di Marte aveva una meravigliosa complessità, proprio come quello della Terra
Anche se gli scienziati non dovessero trovare zone di queste incredibili strutture rocciose dove prelevare campioni, sono stati già individuati altri siti importanti da esplorare.
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Fonti: Nasa / Nasa/Youtube
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