Non lasciatevi ingannare dal ritmo e dal titolo onomatopeico, Splash non è affatto “musica leggerissima”. Il significato del brano sanremese del duo Colapesce Dimartino nasconde ben altro, tra cui soprattutto il peso delle aspettative che tutti noi abbiamo addosso in questa società moderna e modernizzata e da cui a modo nostro tutti noi cerchiamo di scappare senza riuscirci.
Li avevamo conosciuti sul palco del Festival di Sanremo nel 2021 con il brano Musica leggerissima. Classificatosi quarto posto, vincitore del premio della Sala Stampa Radio TV-Web Lucio Dalla, è diventato inaspettatamente uno dei tormentoni di quell’estate e li ha consacrati come autori dissacranti.
Stiamo parlando di Colapesce Dimartino, il duo musicale formato dai cantautori siciliani Lorenzo Urciullo (Colapesce) e Antonio Di Martino (semplicemente Dimartino). Quest’anno sono ritornati all’Ariston e ancora una volta non hanno mancato di far parlare di sé. Splash è ritmata al punto giusto da non far rimpiangere più di tanto Musica leggerissima, ma di “musica leggerissima” ha ben poco.
I più attenti lo avevano capito già all’epoca, dietro quella “canzonetta” c’erano passaggi che nascondevano molto altro. Dal “silenzio assordante” al “buco nero”, dai “figli alcolizzati e i preti progressisti” fino alle parole che da lì a un anno si sarebbero rivelate profetiche: i “palazzi distrutti dalle bombe nemiche”. Balli e balletti, ma qualche spunto qua e là per rivelare una profondità che forse non tutti hanno colto.
Il lavoro per non pensare
E ora rieccoli lì, dove tutto è iniziato. Non vi lasciate ingannare dal titolo onomatopeico che tanto ricorda i fumetti disneyani. C’è poco di Topolino e Paperino in questo brano. Il suono che rappresenta il classico tuffo in acqua non ha nulla di goliardico, quanto diventa in questo caso un atto liberatorio che conclude una canzone che vuole far riflettere. Bisogna andare oltre le apparenze per capire il ritratto dolceamaro che Colapesce Dimartino fanno della società di oggi.
Il pezzo racconta infatti tutto il peso delle aspettative che tutti noi abbiamo addosso e di come queste influenzino la nostra vita. Se solitamente non si vede l’ora di farci una bella vacanza al mare o in mezzo alla natura per trovare rifugio dallo stress quotidiano, il duo siciliano dà una visione ben diversa tanto che:
Preferisco il rumore delle metro affollate
a quello del mare
Sembra quasi che il lavoro sia l’unica distrazione che ci libera dal pensare a come stiamo veramente, offrendoci un modo per staccare per quelle 8 ore da tutti i problemi. E infatti:
Dici che dovrei staccare
Un po’ la mente
Ma io
Ma io lavoro per non stare con te
Il peso delle aspettative
Una ballad malinconica, dunque, che riflette sulle difficoltà che la nostra epoca sta attraversando. Non manca il dualismo, come detto, tra mare e città affollate, tra la natura e il “rumore dei cantieri infiniti”. L’importante è “non sentire il peso delle aspettative”.
Gli autori hanno spiegato che Splash racconta proprio delle aspettative troppo alte che ciascun essere umano si cuce o si fa cucire addosso. Il protagonista è un uomo che si riempie la vita di cose da fare per evitare quella che in realtà è la vita vera. Di tutto questo non è certo soddisfatto, ma allo stesso tempo non riesce ad evitare di comportarsi così perché così è abituato e così continuerà a fare.
Non mancano infine i rimandi al cantautorato italiano, con citazioni e omaggi: da Battisti-Mogol, a Domenico Modugno, passando per Luca Carboni, in un viaggio nel sound del passato che da sempre caratterizza la produzione di Colapesce Dimartino.
Di seguito il testo e il video dell’esibizione di Colapesce Dimartino con Splash:
Campi sconfinati
Che si arrendono alla sera
Qualche finestra accesa
Mentre il vento arpeggia
Una ringhiera
Tu vivresti qui per sempre
Dici che dovrei staccare
Un po’ la mente
Ma io
Ma io lavoro per non stare con te
Preferisco il rumore delle metro affollate
A quello del mare
Ma che mare ma che mare
Meglio soli su una nave
Per non sentire il peso delle aspettative
Travolti dall’immensità del blu
Splash
Vorrei svegliarmi più tardi al mattino
Cambiare vita baciarti nel grano
In Sudamerica
Ma l’entusiasmo poi se ne va
Questa sera mi nascondo
Mentre i miei pensieri
Vanno per il mondo
Ma io
Ma io lavoro per non stare con te
Preferisco il rumore delle metro affollate
A quello del mare
Ma che mare ma che mare
Meglio soli su una nave
Per non sentire il peso delle aspettative
Travolti dall’immensità del blu
Splash
Sorrido alle Seychelles
Mi annoio a Panama
La vita è un baccarat
Balliamo vieni qua
Perdonami
Non ci capisco mai
Mi dici lascia stare
Sono qua
Ma io, io
Ma io lavoro per non stare con te
Preferisco il rumore dei cantieri infiniti
A quello del mare
Ma che mare ma che mare
Come stronzi galleggiare
Per non sentire il peso delle
Aspettative
Vado via senza te
Mi tuffo nell’immensità del blu
Splash
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