Riuscire a fissare un appuntamento in questura per avere il passaporto è diventata un'odissea nel nostro Paese. I tempi di attesa sono sempre più lunghi e troppi italiani si ritrovano costretti a rimandare i loro viaggi. Cosa sta accadendo? Qual è il motivo di questi grossi ritardi?
State organizzando un viaggio all’estero, in un Paese extra Ue? Se non avete il passaporto o dovete rinnovarlo, potrebbe essere un bel problema. Ebbene sì, in Italia riuscire ad ottenerlo in tempi accettabili è ormai quasi un’utopia. Tantissimi cittadini si stanno ritrovando ad attendere fino a sei mesi soltanto per riuscire a fissare un appuntamento in questura.
E in alcune città, come Padova e Genova, risulta praticamente impossibile riuscire a prenotare. A lanciare l’allarme è l’associazione Altroconsumo, che ha condotto un’indagine in 13 comuni italiani, provando a prenotare un appuntamento per il rilascio del passaporto sulla piattaforma ministeriale che fornisce le disponibilità presso i commissariati presenti nel territorio della provincia d’appartenenza. E, come anticipato, l’esito è stato catastrofico.
I tempi di attesa in 13 città italiane: l’indagine di Altroconsumo
Per quanto riguarda i padovani e genovesi il risultato è “non disponibile” per tutte le date possibili in quel momento sul sito. Invece a Bolzano e a Torino, bisogna attendere fino ad aprile e a maggio per avere la prima disponibilità.
Tra le città in cui le tempistiche sono più lente spiccano anche Cagliari e Ancona (tre mesi) e Reggio Calabria (due mesi e mezzo).
Altroconsumo fa notare come nel capoluogo calabrese la piattaforma abbia dato come prima disponibilità il 18 novembre, solo tre giorni dopo, però Bovalino, cittadina che dista ben 85 km.
Infatti, il sistema dà le disponibilità della provincia, ma non è pensabile che il cittadino debba fare 170 km per avere un documento così importante in tempi ragionevoli. – chiarisce l’associazione di tutela dei consumatori – Lo stesso è accaduto a Bari, dove si poteva andare il giorno dopo, ma in un commissariato di Monopoli, ben 86 km andata e ritorno. Altrimenti, la prima disponibilità nel capoluogo pugliese era dopo quasi due mesi.
Burocrazia piuttosto lenta anche in città come Milano: qui ci vuole circa un mese per riuscire a mettere piede in questura. Va meglio, invece, a Roma, dove i tempi di attesa sono di 10 giorni e a Palermo e Napoli, in cui bisogna attendere due settimane.
E il comune più virtuoso in cui si può richiedere facilmente il passaporto? La città che non ha paragoni è risultata Bologna, dove il primo appuntamento disponibile era già per il giorno successivo.
I motivi delle attese interminabili
Il paradosso di tutta questa situazione è che il passaporto rilasciato in Italia è considerato fra i più “potenti” a livello mondiale perché apre le porte di ben 189 Paesi senza bisogno del visto, come confermato anche dalla classifica 2023 del “Passport Index” di Henley & Partners. Peccato che in troppi casi ottenerlo diventa un’impresa eroica.
Naturalmente di questa burocrazia lentissima ne risente il settore turistico, dato che senza la certezza di quando si avrà il passaporto pianificare un viaggio fuori dall’Europa diventa difficile e sconfortante. A causa delle proteste legate al malcontento dei cittadini, il Viminale ha istituito degli open day, cioè giornate in cui chiunque può presentarsi in questura senza avere un appuntamento per chiedere il passaporto. Inutile dire che fuori dagli uffici si creano file interminabili e tanti cittadini non riescono neanche a varcare la soglia. Insomma, gli open day non sono affatto sufficienti a far fronte a quest’emergenza.
Ma come mai questi tempi di attesa biblici? Questa condizione è il risultato delle restrizioni di viaggio imposte con lo scoppio del Covid-19. Dopo la fase emergenziale gli italiani che avevano rimandato i loro spostamenti all’estero sono tornati a viaggiare e si sono accumulate le richieste di passaporti che nel frattempo scaduti. Inoltre, a seguito della Brexit a chi si reca nel Regno Unito è stato richiesto il passaporto, che prima non era necessario.
A rendere tutto più complesso è il sistema digitale per la prenotazione online che non sembra ancora all’altezza; inoltre c’è carenza di personale e di conseguenza gli uffici che se ne occupano sono aperti al pubblico con tempi inadeguati alle necessità reali.
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Fonte: Altroconsumo
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