Diciamo basta all'assurda mattanza di cinghiali nella Capitale. Il santuario La Sfattoria degli Ultimi ha lanciato una petizione per salvare gli ungulati ed è pronto ad accogliere senza alcun costo gli esemplari nel suo rifugio o in qualunque altro luogo affinché siano al sicuro
La presenza dei cinghiali a Roma e zone limitrofe è sfuggita di mano anche a seguito delle assurde misure per far rientrare la situazione. Nella Capitale e dintorni i cittadini stanno assistendo a un massacro di cinghiali, uno scempio che non può più essere tollerato.
Per fermare questa mattanza ingiustificata oltre che lontana anni luce da ciò che potremmo definire civile la Sfattoria degli Ultimi ha lanciato una petizione rivolta al Presidente della Repubblica, alla Presidente del Consiglio, alla Regione Lazio e al Sindaco di Roma Capitale.
Ricorderete tutti lo strazio vissuto dalla Sfattoria degli Ultimi, la lunga e tortuosa battaglia per salvare i suoi animali dall’abbattimento per l’epidemia di peste suina africana nonostante fossero sani e nel rifugio fossero state attuate tutte le misure di biosicurezza. I suoi maiali e cinghiali sono ora finalmente al sicuro.
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Non è così purtroppo per gli ungulati selvatici che transitano nel territorio. Per questo la Sfattoria degli Ultimi si è resa disponibile ad accogliere nel suo santuario i cinghiali catturati in modo non cruento nella zona. Lo stesso altre strutture purché gli animali siano risparmiati.
Nella Capitale si parla di “invasione”, così alcuni descrivono quanto sta accadendo da tempo. Numerosi fattori ne sono responsabili. Tra questi vanno menzionati i rifiuti che attirano gli animali selvatici nei centri urbani, la fobia per la peste suina africana malgrado non sia una zoonosi e non risulta di conseguenza contagiosa o pericolosa per l’essere umano e non per ultimo la caccia.
In questo clima così teso il rimedio più rapido per venire a capo di problemi irrisolti da anni è uccidere. Ma come vi abbiamo spiegato anche in questo articolo, sterminare i cinghiali non è la soluzione.
Come dimostrato con grande evidenza dal mondo scientifico, la pressione venatoria sui cinghiali non riduce i trend demografici incrementali ma anzi li rafforza in misura considerevole. Le fucilate, infatti, causano la dispersione dei branchi, incentivando l’attività riproduttiva di quelle femmine che, data la struttura matriarcale dei branchi stessi, sarebbero altrimenti inattive, precisa l’ENPA.
Una gestione più attenta avrebbe evitato tutto ciò, le soluzioni alternative all’abbattimento ci sono sempre state. Si è semplicemente preferito ignorarle. Puoi far sentire la tua voce e sostenere la richiesta della Sfattoria degli Ultimi apponendo la tua firma alla petizione QUI.
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